MILANO Su Twitter cinguettava come “francotrenta1”, su Facebook era “franco.trenta67”. E la showgirl Justine Mattera, quando scambiava messaggi con lui,...
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CHAT E RICATTI
Ora Antony Repici è stato condannato a un anno e otto mesi di carcere. E’ quanto ha stabilito il giudice monocratico dell’ottava sezione penale di Milano Luisa Balzarotti, che con la sentenza ha superato la richiesta di pena di un anno avanzata dalla Procura nel processo in cui il giovane era accusato di sostituzione di persona e violenza privata. Il giudice ha anche stabilito una provvisionale di diecimila euro per Justine Mattera (il risarcimento complessivo verrà stabilito in sede civile), e di 18 mila euro in totale per il pornodivo Trentalance, per la scrittrice Irene Cao e il ciclista Filippo Pozzato, anch’essi vittime della doppia identità di Repici. La storia comincia nel 2012, quando Justine Mattera, ex moglie del conduttore Paolo Limiti, cade nella trappola di Repici. Le conversazioni via chat proseguono per diversi mesi, da luglio a novembre, quando Repici rivela la sua identità e ricatta la showgirl: «O continui a chattare con me, oppure rendo pubblici i nostri messaggi». Lei non cede alle pressioni e denuncia tutto. «Justine all’inizio credeva davvero di parlare con me», ha raccontato il vero Trentalance. «Tanto che aveva chiesto anche qualche consiglio relativo al mio lavoro, una cosa che mi accade spesso nella vita reale». Aggiunge il pornodivo: «Da un lato questa vicenda potrebbe anche far sorridere, ma in realtà è una vicenda molto pesante con ricatti e furto d’identità, insomma reati gravi».
LA SCRITTRICE DI LIBRI HOT
Come si legge nel capo d’imputazione Anthony Repici, molto attento alle vicende di gossip, attraverso i due falsi profili si sarebbe sostituito «illegittimamente alla persona di Trentalance Franco e così induceva in errore Mattera Justine», «con la quale intratteneva delle conversazioni telematiche attribuendosi l’identità» del pornodivo.
Il Messaggero