Renzi contro la Lega: «Deve 48 milioni di euro ai cittadini, Salvini venga in Parlamento a spiegare»

Renzi contro la Lega: «Deve 48 milioni di euro ai cittadini, Salvini venga in Parlamento a spiegare»
Matteo Renzi a testa bassa contro la Lega e Matteo Salvini. L'ex segretario del Pd torna sulla sentenza della Cassazione che ha ordinato di sequestrare i fondi del Carroccio:...

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Matteo Renzi a testa bassa contro la Lega e Matteo Salvini. L'ex segretario del Pd torna sulla sentenza della Cassazione che ha ordinato di sequestrare i fondi del Carroccio: «La Lega Nord deve 48 milioni di euro ai cittadini italiani - afferma in una diretta su Facebook - lo dice una sentenza, lo dicono i giudici non lo dice un senatore del partito democratico».

«Questo grande richiamo all'onestà - incalza Renzi - sembra venire meno. Avevano promesso che sarebbero venuti in Parlamento a riferire. Stiamo aspettando che il ministro Salvini venga a raccontare che fine hanno fatto i soldi della Lega. Nel frattempo che è impegnato a chiudere i porti bisognerebbe che aprisse il portafoglio perché quei soldi non sono della Lega sono dei cittadini».
Renzi passa poi ai temi del decreto dignità e attacca il governo: «E' meglio chiamarlo decreto disoccupazione, decreto lavoro in nero o decreto gelosia. Perché il vicepremier Di Maio, molto geloso della grande visibilità del collega Salvini, ha insistito e puntato i piedi per una serie di norme che ancora non abbiamo visto perché non sono arrivate all'attenzione del Parlamento, nelle quali, di fatto, anziché colpire la disoccupazione si va a colpire chi produce posti di lavoro». Lex leader dem ricorda i dati Istat che parlano di «record storico di occupati in Italia». «Con il job act si sono creati posti di lavoro - afferma - adesso l'obiettivo è creare posti per il reddito di cittadinanza, ha una sua coerenza. La linea di Di Maio è quella di non aiutare a creare lavoro, ma avere più clienti per questo meraviglioso reddito di cittadinanza, che per ora non pare pervenuto. Loro parlavano di primo consiglio di ministri».
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Il Messaggero