Per il premier Matteo Renzi il patto del Nazareno con Silvio Berlusconi non è rotto, ma non vuol sentir parlare di veti. «Se qualcuno pensa di fare il temporeggiatore - afferma...
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Io non ho mai avuto l'intenzione di rompere i patti, ma non posso accettare nemmeno che Renzi mi imponga diktat, replica Berlusconi il cui umore continua ad essere dei peggiori e certo l'aver ascoltato il ministro Boschi ripetere che il Pd è pronto ad andare avanti sulla legge elettorale anche senza Forza Italia, non aiuta a stemperare la tensione.
E forse nemmeno la consueta visita al Milan, che è un appuntamento fisso il venerdì dopo i servizi sociali, aiuta il Cavaliere a distrarsi. «È un momento terribile per la politica italiana», dice infatti ai microfoni di Milan Channel disegnando a tinte fosche una «situazione problematica non solo in Italia ma anche in Europa e nel resto del mondo. Guardate cosa è successo a Obama che è stato sconfitto alle elezioni di medio termine».
Umore nero, dunque. Mai come questa volta infatti è difficile capire quale sia la strategia migliore da mettere in campo, soprattutto di fronte al muro che sembra aver sollevato il premier.
L'unica mossa che al momento l'ex capo del governo ha deciso di adottare è stata la richiesta al partito di «abbassare» la tensione evitando attacchi diretti a Renzi, concentrandosi solo nel merito della questione: deve essere chiaro chi è che tradisce gli accordi - è il ragionamento - incalziamoli sulle loro contraddizioni. E non è un caso che il capogruppo al Senato Paolo Romani insista sull'impegno degli azzurri nel rispettare gli accordi: «Aspettiamo che il testo sia calendarizzato e poi affronteremo il confronto come si conviene».
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Il Messaggero