Il piano di Renzi: ogni famiglia pagherà una volta sola. Ma Assoelettrica e Vigilanza non ci stanno

Il piano di Renzi: ogni famiglia pagherà una volta sola. Ma Assoelettrica e Vigilanza non ci stanno
ROMA Alla fine si farà. Perché Palazzo Chigi lo vuole inserire a tutti gli effetti tra le riduzioni fiscali. Perché se ne parla da tempo e perché fare dietrofront esporrebbe...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA Alla fine si farà. Perché Palazzo Chigi lo vuole inserire a tutti gli effetti tra le riduzioni fiscali. Perché se ne parla da tempo e perché fare dietrofront esporrebbe il governo a una brutta figura. E soprattutto perché l'evasione della «tassa più odiata dagli italiani» ha oltrepassato il livello di guardia del 27%.


L'altr'anno di questi tempi sembrava cosa fatta. I tecnici del ministero dell'Economia avevano prospettato al sottosegretario Antonello Giacomelli varie opzioni. Tutte vantaggiose per gli utenti. Ovviamente per quegli utenti che l'abbonamento già lo pagano e non per chi dovrà mettersi in regola obtorto collo. Il canone in bolletta è un sistema vantaggioso anche per la Rai che di canone vive e non potrebbe fare a meno di quel miliardo e 700 milioni che incamera ogni anno. Va da sé che entrate certe vuol dire autonomia economica.

Che a sua volta vuol dire meno pressione politica. In Europa il sistema è stato adottato in Grecia sotto forma di una unica tassa indiretta di 50,58 euro su ogni utenza elettrica. Una particolare tipologia di imposta fa sì quindi che il servizio pubblico sia finanziato anche da chi il televisore non lo possiede. Non legato quindi all'effettiva fruizione dell'abbonamento tv.

Il progetto da noi c'è ma non è ancora stato definito al cento per cento. «C'è un'ipotesi d'accordo e ci stiamo lavorando», resta prudente infatti Giacomelli che già s'è scottato una volta e del governo è il rappresentante che più si è speso per portare a casa la riforma. I dettagli però quando si parla di canone sono importanti quanto se non più della sostanza stessa. E sono ancora in fase di studio. Se si vuole inserire la norma nella legge di Stabilità bisognerà farlo entro i prossimi 15 giorni. L'idea è nobile: abbassare per tutti l'attuale quota di 113,59 euro l'anno. Arrivare a un canone più basso ma pagato da tutti stanando gli evasori. La riscossione con la bolletta bimestrale vorrebbe dire suddividere l'importo in sei rate, fatto salvo il diritto all'esenzione delle fasce di reddito più basse.



IL CONTRIBUTO



Il fondamento del canone non sarà di conseguenza il possesso. Anche perché inseguire la proprietà dei vari device - pc, smartphone, ipad, tv, etc etc - sarebbe assurdo. Bensì basterà essere intestatari di un contratto per la fornitura di energia elettrica per doverlo pagare. I tecnici sono già in grado di incrociare i dati e distinguere le varie tipologie suddividendo le utenze in base ai vari tipi di contratto (privato, commerciale, residente, non residente, etc). Tendenzialmente l'idea è che il titolare di un contratto paghi una volta sola. Non si esclude però l'ipotesi di un contributo aggiuntivo da calcolarsi in base al patrimonio o al reddito. Per fare questo i tecnici da più di un anno stanno lavorando a stretto contatto con le banche dati. Non ci si baserà, come per Ici e Imu, sul concetto di prima o seconda casa ma sarà importante la distinzione tra case sfitte e case affittate.


Le strade per riscuotere il “balzello” e spalmarlo sull'utenza erano due: legarlo alla fornitura dell'energia o alle abitazioni. Percorrere la prima voleva dire sollevare l'opposizione dei fornitori. E già ieri il presidente di Assoelettrica Chicco Testa è insorto parlando di «gran pasticcio», perché «il consumatore non saprebbe più cosa sta pagando e noi non riusciremo più a fare il nostro mestiere». Scegliere la seconda strada, tassare in base alle abitazioni, avrebbe voluto dire mettersi contro ancora una volta i Comuni. Ma come e quanto tassare le case sfitte? E come stabilire l'equiparazione? In che tempi far partire la riforma? Di sicuro per ora c'è solo che Renzi ha preso un impegno parlandone su una rete del servizio pubblico. Fatalità quella che secondo i suoi fedelissimi gli avrebbe remato contro. Ma questo è un altro discorso.



© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero