Renzi: «A primavera l'Italia riparte». E alla Cgil: «Occupazione anziché occupazioni»

Matteo Renzi
«Non bastano sei mesi, ma certo già la prossima primavera vedremo il Paese ripartire, dopo troppo tempo di palude e di stagno». Lo dice Matteo Renzi a "Oggi", in una intervista...

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«Non bastano sei mesi, ma certo già la prossima primavera vedremo il Paese ripartire, dopo troppo tempo di palude e di stagno». Lo dice Matteo Renzi a "Oggi", in una intervista in occasione del 75esimo del settimanale.




«Ci siamo dati come governo - ricorda il premier - un orizzonte di mille giorni, per dire che le riforme di cui abbiamo bisogno sono profonde e coraggiose e non per guadagnare tempo. Ma i cambiamenti che abbiamo messo in campo e che stiamo realizzando, dal lavoro alla giustizia, dall'economia, con la più straordinaria riduzione di tasse della storia, al ridisegno delle nostre istituzioni, cominceranno presto a dispiegare i loro effetti».



«La nostra corsa la dobbiamo fare sulla Germania, sul gruppo di testa, e non sul fanalino di coda. Vedo un futuro all'altezza della nostra ambizione», ha aggiunto il premier. E ancora: «Vogliamo tenere aperte le fabbriche e non occuparle, perché l'occupazione di cui hanno bisogno i nostri lavoratori non è quella che minaccia il sindacato».



E sulle voci di un ritorno alle urne nel 2015: «No. Si vota nel 2018», ha risposto il presidente del Consiglio. «Non penso alla politica come a una condanna a vita, come una professione buona per tutte le stagioni. Penso sia una passione, un servizio e un impegno. Che è a tempo come responsabilità, per cui tra qualche anno mi vedo magari a fare qualcos'altro. Ma prima c'è da cambiare l'Italia. Cosa vorrei si dicesse di me nei libri di storia? Preferirei che si dicesse nei libri di geografia che l'Italia è tornata sulla mappa». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero