Renzi: Italia smetta di essere patria delle divisioni

«Sono convinto delle nostre potenzialità a condizione che l'Italia smetta di essere la patria delle divisioni e cominci ad essere la patria della visione»:...

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«Sono convinto delle nostre potenzialità a condizione che l'Italia smetta di essere la patria delle divisioni e cominci ad essere la patria della visione»: così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, all'assemblea di Assolombarda. Un messaggio anche alla minoranza del Pd, dopo l'annuncio di ieri di Bersani che voterà "no" al referendum. Nel pomeriggio il premier sarà alla Direzione del Partito democratico dove si preannuncia una resa dei conti tra le due anime de​m. Ma Renzi ostenta tranquillità: «Giornata difficile? E per chi? forse per lei...», risponde a chi gli fa domande in proposito.


«Sono presidente del Consiglio da due anni e mezzo. Il fatto che sia diventato presidente del Consiglio, non lo dico come una battuta, significa che in Italia tutto è possibile. Non vengo da una famiglia importante non ho quarti di nobiltà. E dopo questi due anni e mezzo - ha aggiunto - vengo a dire che sono più convinto del giorno uno delle nostre potenzialità». «Non si può continuare a dire sempre 'no' senza proporre una alternativa».

«Non siamo solo un museo, siamo il più straordinario laboratorio di innovazione e in questo Milano è città guida» che a partire da Expo «ci ha insegnato a vivere la speranza e non la rassegnazione». «Sono convinto che l'Italia sia il Paese più affascinante, non perché è un museo a cielo aperto ma perché è il più grande laboratorio», ha sottolineato ancora Renzi che ha invitato a fare gli interessi del Paese e remare dalla stessa parte. Milano «ha la responsabilità di prendere il Paese per mano». «Expo - ha aggiunto - ci ha insegnato che sappiamo fare le cose mentre gli altri sono capaci solo di chiacchierare». E il progetto per il post Expo, con il centro di Human Technopole, sarà «un grande attrattore» anche se non l'unico in Italia come dimostra il centro di Apple a Napoli. 


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Il Messaggero