"L'interim di Matteo Renzi sarà lungo", ha sostenuto questa mattina Gaetano Quagliariello ai microfoni di Radio Città Futura. La scelta del successore di Mario Lupi non...
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Per altri potrebbe procedere a spacchettamenti delle deleghe attraverso la modifica della legge Bassanini. Ipotesi suggestive che servono a prendere tempo ma che trascurano il nodo politico che scuote la maggioranza. Ovvero il rapporto del Ncd con il Pd di Matteo Renzi. Molte risposte potrebbero venire dalle intese sulle regionali, ma il problema della collocazione futura del partito di Alfano non è indifferente alla soluzione che il presidente del Consiglio proporrà, dopo l'interim, all'alleato.
Il partito di Alfano ha nella insegna la collocazione a destra ma la ricostruzione di uno schieramento di centrodestra fatica ad avviarsi per la tenacia di Berlusconi e l'estremismo fascio-leghista di Salvini. È per questo che il dibattito continua ad essere aspro dentro Ncd tra coloro che guardano a destra (De Girolamo e Sacconi) e quelli che considerano inevitabile la costruzione di un rapporto organico con il Pd.
Renzi, per scoraggiare o incoraggiare gli uni o gli altri ha ora in mano un'arma potentissima che si chiama "rimpasto" di governo. La parola non piace al premier ma se vorrà potrà esaltare o ridimensionare il ruolo dell'alleato. Anche a seconda, ovviamente, di come andranno le elezioni regionali.
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Il Messaggero