Renzi: si vota nel 2018 comunque vada il referendum. Errore ridere di Berlusconi

Renzi: si vota nel 2018 comunque vada il referendum. Errore ridere di Berlusconi
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ROMA «Il referendum? Comunque vada si voterà nel 2018». Se occorreva ribadirlo Matteo Renzi ieri lo ha fatto una volta di più. Non è in discussione il governo, l'Italicum e l'economia ma solo se mantenere in vita il «Parlamento più costoso dell'occidente». Per il presidente del Consiglio non c'è una «democrazia sotto assedio» ma solo qualcuno che sta difendendo 945 poltrone, il «modello tacchino».


Alla vigilia del vertice di Ventotene, l'incontro con il francese Hollande e la cancelliera Merkel nell'isola che lanciò l'idea europeista, è ancora la politica interna a farla da padrone. Ospite al tradizionale «Caffè della Versiliana» il premier ha risposto senza sottrarsi ma senza neanche affondare i colpi alle domande del giornalista Mediaset Paolo Del Debbio. Ha giocato in attacco in politica estera e in difesa quando si è parlato del rallentamento dell'economia, che «non va benissimo», siamo in crescita zero come la Francia, ma nel 2012 eravamo a -2,3%, nel 2013 a - 1,9% e nel 2014 a - 0.4%», E spera di chiudere il 2° semestre del 2016 a +1% o + 1,2%».

IL NOBEL MANCATO
Il bersaglio preferito resta Massimo D'Alema che «difende il no perché vuol tornare in Parlamento» e che «pesca sempre la stessa carta: attaccare chi è più vicino a lui, ora lo fa con me in passato lo ha fatto con Prodi». Frecciatina al «Nobel mancato» Renato Brunetta. Vuol fare pace con l'Anpi che invita alla Festa dell'Unità in Emilia-Romagna sabato e domenica prossima, («Ci daremo un abbraccio»). Per mettere fine alle polemiche il premier è tornato a elogiare i vecchi partigiani, ha citato persino una canzone cult dei Modena City Ramblers, gruppo musicale che si definisce resistente .

Una kermesse, va detto, quella che si tiene tutti gli anni a Marina di Pietrasanta (Lucca) in maniche di camicia, poco informale. Abbronzato il premier, abbronzato il parterre, clima colloquiale, insomma. Battute sulla Fiorentina che si prepara a festeggiare l'anniversario, informazioni fornite al premier in tempo reale sulla finale olimpica di Volley tra Italia e Brasile. In questa atmosfera vacanziera mielosa succede pure che ci scappi una puntura. «Il problema del nostro Paese rimane la pressione fiscale ma sento ancora qualcuno dei miei che mi critica tutte le volte che dico che voglio abbassare le tasse...se ci penso mi viene da mettere le mani nei capelli».

IL MEA CULPA
Renzi non vuole anticipare i contenuti del vertice di Ventotene. Ricorda però alla Turchia «che ci sono valori non negoziabili». Riferimento alla libertà di stampa, ai giornalisti e ai professori finiti in carcere. «I valori della Ue sono totalmente diversi». Alla Turchia va la solidarietà per l'attentato suicida che ha colpito una cittadina al confine con la Siria facendo più di 50 vittime la scorsa notte. Per quanto riguarda l'ingresso nell'Ue «quel treno - ricorda Renzi - si è perso 10 anni fa, fu l'unica cosa sulla quale sia Berlusconi che Prodi si trovarono d'accordo». E a proposito del Cavaliere il segretario democrat è disposto a fare «mea culpa». «Vi ricordate l'immagine di Sarkozy e della Merkel che sorridevano? Oggi la situazione è cambiata, l'Italia è tornata nel gruppo di testa tra i Paesi che decidono, ma probabilmente quando sorridevamo di Berlusconi abbiamo sbagliato».

CAPALBIO E I PROFUGHI

Il filo conduttore rimane la lotta all'austerity, la necessità di tornare a investire in cultura e innovazione digitale. Messaggi che sembrano anticipare l'incontro di oggi. La questione dei migranti, «io lo so che ho perso dei voti ma quando vedo un bambino che rischia di annegare la prima cosa che penso è che quel bambino deve essere salvato». Finale in totale rilassamento. Capalbio che non vuole i profughi «è una bellissima località dove però valgono le stesse regole degli altri comuni italiani». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero