Renzi e Hollande alla Merkel: «Sei mesi per salvare l'Unione»

Renzi e Hollande alla Merkel: «Sei mesi per salvare l'Unione»
ROMA «Sei mesi per salvare l'Europa». Piena sintonia tra Italia e Francia per scuotere la Germania e tutti coloro che settantanni fa vollero l'Europa. Passare...

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ROMA «Sei mesi per salvare l'Europa». Piena sintonia tra Italia e Francia per scuotere la Germania e tutti coloro che settantanni fa vollero l'Europa. Passare al contrattacco riscoprendo persino il ruolo del Parlamento Europeo (unico organismo europeo eletto democraticamente), ma soprattutto riaccendendo il motore dei sei paesi fondatori pronti a gettare il cuore oltre l'ostacolo su migranti, crescita e unione monetaria.


RECESSIONE
Dopo ore di continuo chiedersi «che fare ora?», lo smarrimento cede il passo all'iniziativa. Si è cominciato ieri sera con la cena all'Eliseo di Matteo Renzi con il presidente francese Francois Hollande e il primo ministro Manuel Valls. Si proseguirà domani con l'incontro a Berlino voluto dalla Merkel, per poi ritrovarsi martedì e mercoledì a Bruxelles prima con anche il ministro inglese David Cameron e poi a Ventisette. L'obiettivo è quello di mettere al riparo l'Unione non solo da nuove spinte separatiste, ma anche evitare che lo schock politico provochi nuovi tsunami sui mercati.

La preoccupazione che la scelta britannica risucchi l'intero Continente nelle spirali della recessione, è fortissima. Prima di partire per Parigi Renzi ha nuovamente discusso a palazzo Chigi con i ministri Padoan (Economia), Calenda (Sviluppo) e Gentiloni (Esteri) su possibili esiti e ripercussioni del referendum britannico
Il tempo a disposizione è molto ridotto, ma stavolta non si vuole continuare ad accreditare l'idea di una Europa guidata da cupole e direttori. Centrale per Renzi e Hollande è rilanciare il progetto di unione politica valorizzando anche il ruolo del Parlamento Europeo attraverso iniziative dei due grandi gruppi. Ma se al Ppe penserà la Merkel, a Renzi e Hollande il compito di trasformare iL Pse nel motore di un progetto riformatore delle stesse istituzioni europee. Nell'ora e mezzo di cena, i tre commensali hanno però anche discusso di come convincere la Merkel e i tedeschi che l'Unione è vicina al collasso e che le politiche ispirate all'austerità devono lasciare il passo a investimenti e crescita.

Non basterà quindi l'intesa sui migranti, che si troverà mercoledì a Bruxelles, per restringere i confini dell'euroscetticismo. Occorre, secondo Renzi, cambiare anche il vocabolario e archiviare parole come patto di stabilità, bail in e fiscal compact per sostituirle con coesione, solidarietà ed Erasmus . Nella cena preparatoria in vista di Berlino, Hollande e Renzi hanno anche analizzato i perchè del voto inglese, condiviso l'esigenza di lavorare ad una uscita «morbida» - ma non meno rapida - del Regno Unito e disegnato strategie di integrazione accelerata su alcune materie per i paesi che sono disposti a condividere cooperazioni rafforzate su singole materie. Un'Europa a cerchi concentrici ha comunque bisogno di un nocciolo duro che si muova in maniera compatta e funga da calamita. La moneta unica così è nata, hanno ricordato ieri i due, convinti che si debba ripartire valorizzando proprio il successo dell'euro e di Schengen.

 

IL TEMPO

L'emergenza-migranti, la diffusa richiesta di maggiore sicurezza e l'avvio di un corpo di frontiera comunitario, offrono l'occasione per riprendere il capitolo difesa-comune. Ma il nodo principale restano le politiche pro-crescita e i piani di investimento che favorirebbero l'occupazione ma che si scontrano da anni contro il muro tedesco del rigore e dello zero-virgola. Per Renzi e Hollande non c'è tempo da perdere per evitare che l'esempio inglese venga seguito da altri e domani intendono rientrare da Berlino con una strategia rapidamente cantierabile. Occorre convincere però la Germania che va ad elezioni il prossimo anno. Renzi e Hollande sanno che anche la Merkel ha a che fare con il pressing dei populisti e xenofobi. Alternativa per la Germania è un partito cresciuto anche alle ultime comunali e pretende ancor più rigore di quello professato dal ministro Schauble. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero