Renzi-Berlusconi, una telefonata prepara il patto sulla legge elettorale

Renzi-Berlusconi, una telefonata prepara il patto sulla legge elettorale
Renzi è tornato a Pontassieve ma dall'inizio della prossima settimana si siederà al tavolo della legge elettorale. Pronto a scendere in campo per vedere le carte...

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Renzi è tornato a Pontassieve ma dall'inizio della prossima settimana si siederà al tavolo della legge elettorale. Pronto a scendere in campo per vedere le carte dei partiti. In agenda già gli incontri con Salvini, Alfano, Nencini e Fratoianni. Non ancora definito il percorso con FI e FdI ma si prepara un vis à vis con Berlusconi. «Se avverrà sarà alla luce del sole», ha spiegato ai suoi Renzi. L'incontro, preceduto da una recentissima telefonata per preparare il patto, potrebbe aver luogo a giorni, a ridosso della direzione dem della prossima settimana. Un ruolo determinante in questa partita lo sta giocando Gianni Letta. L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha visto più volte Lotti nei giorni scorsi e potrebbe partecipare alle fasi finali della trattativa. Saranno di sicuro solo a livello parlamentare, invece, i colloqui Pd con M5S e Mdp: i capigruppo dem incontreranno i colleghi grillini e i componenti pentastellati in Commissione. Stesso discorso per il Movimento dei democratici e dei progressisti.

Il segretario del Nazareno rifiuta l'idea di un Nazareno bis, vuole che al banchetto sulle regole del voto partecipi anche M5S. Toninelli non chiude: «Porteremo le nostre istanze che smontano l'orribile Rosatellum, il modello tedesco vero è sicuramente meglio». Tra lunedì e martedì mattina il quadro sarà più chiaro. Il Pd con Fiano ha chiesto che le votazioni sugli emendamenti al testo base slittino a dopo la direzione dem. «Non ci sarà alcuno slittamento sul timing dell'approdo in Aula», rassicura comunque Rosato.

IL TIMING
Il 5 giugno quindi si comincia ma il primo via libera è previsto dopo le amministrative: si cercherà di chiudere per il 24 giugno a Montecitorio e entro metà luglio a palazzo Madama per poi sciogliere le Camere ed andare al voto in autunno, al massimo il 22 ottobre. Il Cavaliere ha aperto al voto anticipato: «Teniamoci pronti, si voterà il 24 settembre insieme alla Germania», ha detto anche due giorni fa alla festa di compleanno della Polverini. Ma la strada dell'accordo sulla legge elettorale è sempre più irta d'ostacoli. Si respira un certo pessimismo in FI: «Non sappiamo se i dem reggono». E anche nel Pd non c'è aria di festa. Fucili puntati contro qualsiasi tipo di accelerazione si concentrano soprattutto al Senato e la nascita di un nuovo gruppo guidato da Quagliariello non cambia gli equilibri in campo. Oggi in Commissione Affari costituzionali della Camera scade il termine degli emendamenti: il Pd andrà avanti per ora con il Rosatellum (un Mattarellum bis con 50% di maggioritario e 50% di proporzionale senza voto disgiunto e con soglia di sbarramento) ma FI presenterà proposte per modificarlo, puntando sul sistema tedesco e i dem mercoledì se arriverà il via libera della direzione - dovrebbero dare il loro ok. Oltre all'apertura di M5S (con correttivi sulla governabilità) c'è l'ok di Mdp.

Non quello di Alfano che al telefono con Renzi ha ribadito che occorre partire da un'intesa all'interno della maggioranza e abbassare la soglia di sbarramento del 5%. Ma e' soprattutto il Pd ad essere spaccato: «Assieme ad altre deputate e deputati depositerò emendamenti al testo base sulla legge elettorale che vogliono rafforzare la spinta verso nuove coalizioni», annuncia Cuperlo. «Sono contrario al tedesco perché rischia di creare un paese nel quale non c'è la governabilità e a larghe intese con FI», mette in chiaro Orlando che ieri ha incontrato Renzi. «E' semplice continua a dire il segretario dem -. Sul Rosatellum non ci sono i numeri al Senato, se non ci sarà l'ok al sistema tedesco ci teniamo le leggi esistenti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero