A Kent, nel Regno Unito, una diciottenne britannica, vittima di un tentativo di violenza sessuale, ha aiutato a identificare l'autore del crimine avendo filmato gli attimi...
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Lillian Constantine aveva 18 anni all'epoca del fatto e stava rientando a casa di notte in una zona residenziale senza illuminazione pubblica, aiutandosi solo con la luce del cellulare, quando uno sconosciuto le si è avvicinato.
"Ho pensato che fosse solo un ubriaco inoffensivo, ma poi ha cominciato a toccarmi. Ho cominciato a filmare tutto anche con il flash. Ho pensato che vedendo la luce si spaventasse e scappasse via", ha raccontato la ragazza durante il programma.
L'aggressore era Ashraf Miah, di 34 anni, immigrato dal Bangladesh, che non si è spaventato né della luce del flash né delle urla disperate di Lilian che lo supplicava di lasciarla andare.
"Non se ne è importato di niente. Sono rimasta in stato di shock. Gridavo, gridavo per chiedere aiuto", ha detto nell'intervista alla Itv la ragazza, asserendo che la tentata violenza le è sembrata lunga "una vita intera".
"Ero a sessanta secondi da casa. Correvo, piangevo, tentavo di raggiungerla. Piangevo istericamente".
Quando finalmente è arrivata a casa "era completamente afflitta e turbata", ha ricordato la mamma, Karen.
"Immediatamente ho percepito che le era successo qualcosa di terribile. Il trucco, il pianto, i vestiti, erano fuori posto...", ha commentato.
L'incubo, come lo ha definito Lilian, non è finito lì. Subito hanno avuto inizio i procedimenti tipici di questi casi di violenza, testimonianze continue che non le consentivano di dimenticare quanto le era accaduto. La vicinanza della famiglia e degli amici è stata essenziale affinchè trovasse il coraggio di continuare a lottare per la giustizia.
"Ero in uno stato di shock così forte che mi sono persino dimenticata che stavo filmando, ma sono riuscita a catturare una sua immagine. Quando l'ho vista, non riuscivo a crederci. Ho capito che ce l'avevo in pugno", ha raccontato.
Lilian e i suoi genitori hanno consegnato il video alla polizia che ha potuto così identificare l'uomo e in questo modo Ashraf Miah è stato condannato a 13 anni e 6 mesi di prigione.
Da allora, Lilian Constantine ha fatto più volte appello alle vittime di violenza a non lasciarsi vincere dalla depressione e dall'isolamento ed a continuare a lottare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero