Reggio Emilia, «Che bello stare sole fino al pomeriggio»: la canzone delle mamme "libere" dai figli dà scandalo

"Che bello stare sole fino al pomeriggio": la canzone delle mamme "libere" dai figli dà scandalo
Doveva essere una innocua e divertente canzoncina per dire che la 'Gulliver', scuola materna di Reggio Emilia è «la più bella e la migliore»....

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Doveva essere una innocua e divertente canzoncina per dire che la 'Gulliver', scuola materna di Reggio Emilia è «la più bella e la migliore». Tuttavia il video, postato da Youtube da un gruppo di mamme che cantano un inno composto da un genitore, ha scatenato un putiferio: gli insegnanti, come racconta l'edizione locale del Resto del Carlino, hanno convocato i genitori proprio per discutere di quel video.

 


A Reggio Emilia le scuole materne sono una cosa serissima: sono stati definiti dalla rivista Newsweek gli 'asili più belli del mondo' e l'istituzione che li gestisce 'Reggio Children', ogni anno riceve visite da pedagogisti e insegnanti da moltissimi paesi del mondo. A far arrabbiare tutti è stato il contenuto della canzone nelle quale le mamme cantano la libertà, quando i figli sono a scuola, di stare da sole: «Pensiamo all'omaggio di stare sole al pomeriggio, così potremo lavorare che al confronto andiamo a riposare, invece di tenerli dentro casa, che distruggono qualsiasi cosa». «Con questo video - ha detto al Resto del Carlino Paola Cagliari, direttrice delle materne reggiane - si trasmette un'immagine dei genitori, degli insegnanti e dei bambini che contiene stereotipi che non corrisponde ai valori che abbiamo cercato di trasmettere in cinquant'anni di lavoro. Prima di pubblicare il video sarebbe stato giusto informare la scuola».

L'autore della canzone Manuel Vozza, è il padre di un piccolo alunno, peraltro anch'egli insegnante alle elementari e appassionato di musica. «Questa canzone è nata come un modo per divertirsi - ha detto - ma senza voler colpire la scuola, anzi volevamo elogiarla. Quando ho ricevuto la convocazione della pedagogista sono rimasto di stucco. Non riesco a capire cosa abbiamo fatto di male».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero