Reggio Calabria, scontri al corteo per la morte di Soumaila, caccia al killer: «Era su una panda bianca»

È stato il giorno della rabbia e della protesta a San Ferdinando, tra i migranti della vecchia tendopoli dove, nel periodo invernale, arrivano a vivere in condizioni...

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È stato il giorno della rabbia e della protesta a San Ferdinando, tra i migranti della vecchia tendopoli dove, nel periodo invernale, arrivano a vivere in condizioni disumane, anche 2-3000 persone. L'omicidio di Soumaila Sacko, il maliano 29enne sindacalista Usb ucciso sabato sera a colpi di fucile nella vicina San Calogero (Vibo Valentia) ha provocato la reazione del popolo che vive nella tendopoli.


 

E così, ieri mattina - dopo due cassonetti incendiati nella notte e rovesciati davanti all'ingresso per bloccare l'accesso alle auto - decine di connazionali della vittima sono usciti dalla baraccopoli presidiata dalle forze dell'ordine scandendo slogan come «verità», «giustizia», «schiavi mai» e «Soumaila, uno di noi» e mostrando foto del giovane maliano ucciso. «Siamo persone, non animali, ma ci uccidono come animali» hanno detto in coro alcuni manifestanti.

 

All'inizio della marcia non sono mancati momenti di tensione, quando una pattuglia della polizia si è trovata nel mezzo del corteo, finendo colpita con pugni sul cofano. Poi la situazione è tornata relativamente tranquilla ed i manifestanti sono arrivati in Comune dove una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Andrea Tripodi, e dal vicario della Questura di Reggio Calabria Gaetano Cravana. «Basta tendopoli, vogliamo delle case» è stata la richiesta ai rappresentanti delle Istituzioni, ai quali è stato sollecitato anche un incontro con il ministro del lavoro, con il Prefetto, i sindaci del territorio e la Regione per «avviare insieme un progetto di accoglienza». Ed il prefetto Michele di Bari li ha incontrati, ringraziandoli anche per avere mantenuto la protesta tutto sommato pacifica.

GLI ATTACCHI

Non sono mancati gli attacchi al neo-ministro dell'Interno Matteo Salvini, criticato anche dal Pd per non essere intervenuto sulla vicenda. «Soumaila - ha scandito Ababacur Sauomaoure, dell'esecutivo nazionale Usb, giunto dalla Puglia - aveva una figlia di 5 anni. Era impegnato nella lotta allo sfruttamento e lavorava per un salario di tre euro l'ora. Era un uomo, un lavoratore, un sindacalista. È stato assassinato». E la caccia all'assassino prosegue. I carabinieri della Compagnia di Tropea (Vibo Valentia), sono alla ricerca della Fiat Panda vecchio modello bianca dalla quale - ha raccontato uno dei due maliani rimasti feriti - è sceso un uomo bianco che ha sparato quattro colpi di fucile a pallettoni. Uno dei quali è stato fatale per Soumaila. 

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Il Messaggero