Giulio Regeni «finito con un colpo al collo». L'autopsia: «Sul corpo varie fratture»

Sul cadavere di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo, sono state rilevate durante l'autopsia svolta ieri sera a Roma fratture in varie parti del corpo, in...

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Sul cadavere di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo, sono state rilevate durante l'autopsia svolta ieri sera a Roma fratture in varie parti del corpo, in aggiunta alla rottura indotta della colonna cervicale, che è stata causa primaria della morte. Lo si apprende da fonti medico legali informate sugli esiti dell'esame autoptico.

 

La frattura della colonna cervicale, determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte. Non sarebbero emersi segni di abusi o di violenze sessuali subiti dal giovane. La conferma definitiva, tuttavia, si avrà soltanto quando saranno conclusi specifici esami di laboratorio che saranno svolti nei prossimi giorni su alcuni reperti.

La morte di Giulio risalirebbe a 4-5 giorni fa, il suo corpo sarebbe dovuto sparire. Il cadavere è rimasto in condizioni non preservate. Sarebbe stato ucciso un paio di giorni prima del ritrovamento nel fosso sulla strada desertica che dal Cairo porta ad Alessandria. Nel corso dell'esame autoptico non è stato possibile stabilire con certezza la data della morte del giovane. Sono stati valutati - secondo quanto si apprende - i primi fenomeni cadaverici trasformativi e si attende ora l'esito di studi di laboratorio, che potranno durare anche più giorni, per fornire al pm, con significativo margine di approssimazione, la data della morte di Giulio Regeni: elemento, peraltro, ritenuto di particolare rilievo per la ricostruzione della vicenda. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero