La sconfitta e le dimissioni di Matteo Renzi rappresentano un nuovo choc per l'Europa, mentre esultano i populisti. Il risultato che esce dalle urne, con la vittoria...
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L'Euro nella notte sui mercati asiatici è già scivolato ai minimi da 20 mesi, tornando ai livelli di marzo 2015 e cedendo ancor più terreno rispetto a quanto accadde dopo la Brexit.
A metà giornata il successo del verde Alexander Van den Bellen sul nazionalista di estrema destra Norbert Hofer in
Austria aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, riaccendendo le speranze a Bruxelles. Ma fin dai primi exit poll italiani, rimbalzati in tempo reale sui media di tutto il mondo, lo slancio europeista si è andato man mano afflosciando, lasciando spazio all'esultanza dei populisti, con in testa Marine Le Pen che ha subito twittato: «Bravo al nostro amico Matteo Salvini per questa vittoria del No. Gli italiani hanno ripudiato l'Ue e Renzi. Bisogna ascoltare questa sete di libertà delle nazioni e di autodifesa!». Seguita da Nigel Farage: «Questo voto ha l'aria di essere più sull'Euro che sulla riforma costituzionale».
Ma da domani saranno numerose le incognite che attendono l'Italia, che ora appare indebolita nei suoi rapporti con i partner dell'Unione. Dallo spread ai tassi d'interesse sui titoli di Stato, dalla ricapitalizzazione delle banche ai conti pubblici, dall' instabilità politica alla gestione dell'emergenza migranti, la strada per il Paese si annuncia in salita.
Il primo test a Bruxelles sarà tra poche ore, quando alle 10 il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sarà all'Eurogruppo per spiegare la manovra dell'Italia per il 2017. A lui spetterà il compito di tenere la barra dritta, nonostante il voto, nonostante tutto, per spiegare ai colleghi come e con quali misure il governo intende raggiungere gli obiettivi indicati per il prossimo anno dopo che la Commissione, a metà novembre, ha classificato «a rischio» di violazione del Patto di stabilità il programma italiano.
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Il Messaggero