Referendum, il voto elettronico debutta tra scene comiche e psicodrammi

Referendum, il voto elettronico debutta tra scene comiche e psicodrammi
I tablet, al loro esordio in qualità di "voting machine", per lo più funzionano. Ma siccome a votare al referendum sull'autonomismo in Lombardia stanno...

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I tablet, al loro esordio in qualità di "voting machine", per lo più funzionano. Ma siccome a votare al referendum sull'autonomismo in Lombardia stanno andando soprattutto anziani, è un susseguirsi di scenette così.


Ecco la signora Giuseppina Guatri, che vota nella stessa sezione elettorale di Salvini, in zona San Siro, alla scuola De Marchi. Ha 75 anni Giusppeina, va dietro alla tendina dove ci sono i tablet del Sì, No e Scheda bianca, e comincia a gridare:
«Aiuto!». Arriva il presidente del seggio e comincia dal di qua della tendina a fare lo psicologo: «Signora, anzitutto bisogna stare calmi, i tablet non mordono». «Si, vabbè, ma come si usano». «Lei deve premere con forza su una delle tre caselle». «Con forza, ma mio figlio, che beato lui non è voluto venire a votare, mi ha detto di accarezzare leggermente lo schermo. Che devo fare?».

Si avvicinano, a far manforte al presidente del seggio gli scrutatori, aiutanti psicologi, e piano piano in un quarto d'ora si riesce a spiegare a Giuseppina come si fa. Poi lei esce, prostrata, dalla cabina-tenda, e dice a tutti gli addetti al voto:
«Però la prossima volta inventatevene un'altra un po' più facile».

Tante altre scenette così si svolgono in altre scuole. In realtà votare via tablet non è difficile. Ma vallo a spiegare agli anziani, che hanno lasciato i figli a casa, astensionisti per lo più, e credono nella Padania senza sapere che dalle urne non uscirà alcun autonomismo e nessuna indipendenza lumbard.
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Il Messaggero