Referendum il presidente del Cnel esulta: «Riconosciuto il nostro ruolo»

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E' il giorno del Cnel. Sopravvissuto allo tsnunami-referendum, in molti sui social ironizzano su assunzioni già programmate e champagne che scorre a fiumi. Ma lui, il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, Delio Napoleone, raggiunto al telefono dall'agenzia Adnkronos, ostenta sobrietà e misura: «L'ironia - dice - va colta sempre nel suo lato positivo. Non do risposte "di pancia". Mi ha colpito, certo, la facilità con cui una parte della politica e dell'informazione ha sottovalutato il ruolo del Cnel, organo di rilevanza costituzionale, ma le cui origini risalgono agli inizi del '900. In ogni caso, quella di domenica è stata una battaglia democratica grande e importante».


«Il risultato - prosegue - è chiaro: per i cittadini l'art.99 della Costituzione non va toccato e il collegamento tra il mondo del lavoro, la politica, i corpi rappresentativi intermedi, interrotti da troppo tempo, vanno ripristinati, in modo da favorire l'armonizzazione degli interessi di capitale e lavoro. È stato riconosciuto il nostro ruolo come valore aggiunto della democrazia». E ora, quale sarà il primo passo del Cnel risorto? «Domani riuniremo l'Ufficio di presidenza. Chiederemo di incontrare i vertici istituzionali e il Capo dello Stato. Non certo in spirito conflittuale, ma come contributo all'armonia, senza ignorare difficoltà e inefficienze che ci hanno riguardato. Ma non è che i problemi dell'Italia siano stati dovuti al Cnel». 

Napoleone, presidente del Cnel dallo scorso 30 luglio, imprenditore abruzzese, non se la prende nemmeno quando gli si ricorda come il presidente del Consiglio Matteo Renzi abbia ironizzato sul suo cognome («Si chiama Napoleone e dimostra grandi ambizioni») e ribatte: «Guardi, la storia del cognome me la porto dietro, inevitabilmente, da sempre. Ma mi ha portato bene. Perché a scuola mi interrogavano sempre sull'imperatore dei francesi e io me cavavo benissimo. Specie con il 5 maggio di Manzoni, ha presente?. Comunque - prosegue - i momenti della politica sono i momenti della politica. Qui parliamo di Costituzione ma le radici dell'articolo 99 che riguarda il Cnel risalgono all'epoca di Giolitti. E anche i Trattati istitutivi dell'Ue prevedono che siano i Comitati economici e sociali europei a fornire pareri obbligatori su certi temi».


E allora, avanti con una seconda vita, senza nascondere la necessità di correzioni di rotta, ma, insomma, senza l'angoscia dell'altare sacrificale: «La nostra funzione - ribadisce Napoleone-  è quella di favorire il superamento delle contrapposizioni socio-economiche. E proprio il presidente Mattarella si richiama spesso all'unità e alla concordia sociale allo scopo di "recuperare il senso del vivere insieme". È sempre un problema di diritti: i grandi gruppi economici sanno legittimamente difendersi da soli. Noi ci siamo per gli altri, per i tanti che non vengono tutelati a sufficienza».



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Il Messaggero