Referendum, Bersani a Renzi: «Se vince il "no" non devi dimetterti»

Pier Luigi Bersani
Se Matteo Renzi perdesse il referendum non ci sarebbe ragione perché si dimettese da presidente del Consiglio. E' la posizione di Pier Luigi bersani che, tuttavia, non...

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Se Matteo Renzi perdesse il referendum non ci sarebbe ragione perché si dimettese da presidente del Consiglio. E' la posizione di Pier Luigi bersani che, tuttavia, non risparmia qualche frecciata al premier. «Se vincesse il no non accadrebbe nulla - dice l'ex leader del Pd intervenendo ai dibattiti di Ponza d'autore - sarebbe giusto che Renzi restasse al suo posto. Per come è stata messa giù la questione però, certamente il giorno dopo si creerebbe un problema politico. Legare un governo a una Costituzione è un errore, la Costituzione non c'entra col governo. Che precedente creiamo? Che ogni governo che arriva si fa la sua costituzione? Adesso vedo che Jim Messina gli ha detto di non personalizzare il referendum, ma io gliel'ho suggerito gratis ben prima, forse se mi fossi chiamato Jim Bettola la cosa sarebbe passata».


Bersani è convinto però che Renzi "ha un pò smantellato il Pd" e spiega: "Il Pd non è più quel partito che esprime le sue origini, che sono di stampo ulivista, un partito che deve tenere insieme dalla sinistra anche radicale ma disposta ad ingaggiarsi sul governo, fino a un civismo che c'è in giro per l'Italia, sempre sull'asse del riformismo. Dopo la sberla delle ultima amministrative ci sono le energie».

Infine la stoccata su Denias Verdini e sui rapporti che l'ex coordinatore di Fi ha con il mondo renziano: «Verdini e Renzi si conoscevano già da prima, ci sono troppe cose in pochi chilometri lì in Toscana. Io non sono mai stato a cena con Verdini, ma non ce l'ho con lui ma con il verdinismo. L'idea per cui uno fa il "portage" negli equilibri parlamentari di transfughi che vanno e vengono, corrisponde all'antica storia del trasformismo italico».
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Il Messaggero