Ravenna, sesso con minorenni, don Desio chiede l'abbreviato: indagini partite dopo incidente con suo Suv

Ravenna, sesso con minorenni, don Desio chiede l'abbreviato: indagini partite dopo incidente con suo Suv
Deve rispondere di avere fatto sesso con alcuni ragazzini tra i 12 e i 15 anni che gli erano stati affidati dai genitori. Ma, oltre che di atti sessuali e di adescamento di...

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Deve rispondere di avere fatto sesso con alcuni ragazzini tra i 12 e i 15 anni che gli erano stati affidati dai genitori. Ma, oltre che di atti sessuali e di adescamento di minorenni, nell'udienza preliminare che si è aperta oggi don Giovanni Desio - 53 anni, di Saronno (Milano) e per 13 anni parroco di Casalborsetti, sul litorale ravennate - deve rispondere di violenza sessuale per avere millantato qualifiche infermieristiche al fine di visitare, anche con un termometro usato in modo improprio, un ragazzino che si vedeva in soprappeso.






Ultimo reato a lui contestato è la sostituzione di persona, per avere usato un profilo Fb di un minore di cui aveva le password. Quattro i giovanissimi tra le parti offese, due della provincia di Ravenna e gli altri due di quelle di Treviso e Bergamo. Due si sono costituiti parte civile sia in proprio che con i genitori (avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Scudellari e Carlo Cianci di Treviso).



Via libera dal Gup Antonella Guidomei anche alla costituzione di parte civile dell'associazione ravennate «Dalla parte dei minori» (avvocato Manuela Liverani), e della Curia della città romagnola (avvocato Federica Zaccaria).



Don Desio, sospeso 'a divinis', che dopo sette mesi e mezzo di carcere a Forlì era andato ai domiciliari in una clinica in provincia di Perugia specializzata in preti con disagi personali, attraverso il suo legale Battista Cavassi ha chiesto di potere essere giudicato in abbreviato. Formula che ha tagliato fuori la citazione del responsabile civile, il vescovo Lorenzo Ghizzoni, citato dall'avv.



Scudellari in qualità di legale rappresentate dell'Arcidiocesi di Ravenna-Cervia. «Dispiace - si legge nella richiesta - constatare come l'Arcidiocesi non abbia sentito la necessità di compiere nei confronti delle vittime degli abusi nemmeno un piccolo gesto».



Le indagini della squadra Mobile, coordinate dal Pm Isabella Cavallari, erano scattate a inizio marzo 2014 poco dopo il volo dello 'zio John', come lo chiamavano i suoi fedeli, in un canale della zona con il suo suv Bmw nuovo da 35 mila euro e un tasso alcolemico tre volte e mezzo i limiti.



In breve erano emerse intercettazioni di frasi dall'inequivocabile contenuto sessuale, che a inizio aprile avevano portato all'arresto di don Desio in canonica. I reati contestati vanno dall'estate 2010 al giorno dell'arresto e sarebbero stati compiuti, oltre che a Ravenna, anche a Saronno, nella casa del sacerdote, e in località di Bergamo e Treviso. Udienza aggiornata a metà aprile.
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Il Messaggero