Gli investigatori stanno lavorando su una decina di casi ascrivibili alla banda ma le rapine contestate finora sono cinque: il 23 e il 30 agosto, il 4 e il 14 ottobre a Milano, e...
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Gli altri due complici - Massimiliano Lopez, di 39 anni, e Massimo Chiaromonte, di 43, rispettivamente cugino e cognato di Giovanni Tuzzolino - sono stati arrestati successivamente a Milano e Palermo. Gli agenti del commissariato Mecenate hanno identificato i membri della banda prima dell'ultimo colpo a Collegno, li hanno aspettati al porto di Genova (sceglievano il viaggio in nave perchè i biglietti non sono nominali), seguiti all'autogrill e infine alla banca, bloccandoli in flagranza mentre portavano via 4.500 euro. Studiando le immagini dei colpi, è emerso che esisteva una gerarchia criminale che teneva in conto i legami parentali, per cui il primo a entrare era il padre, seguito dal figlio.
Gli investigatori stanno lavorando su una decina di casi ascrivibili alla banda ma le rapine contestate finora sono cinque: il 23 e il 30 agosto, il 4 e il 14 ottobre a Milano, e il 25 novembre a Collegno (Torino), dove sono stati arrestati tre componenti. Quel giorno sono finiti in manette Giovanni Tuzzolino, di 48 anni, suo figlio Mario, di 29, e suo cognato Rosario Madonia, di 24, l'unico incensurato del gruppo, utilizzato come «cavallo di Troia» per entrare nelle banche provviste di bio digit, il sistema di sicurezza che registra le impronte digitali. Gli altri due complici - Massimiliano Lopez, di 39 anni, e Massimo Chiaromonte, di 43, rispettivamente cugino e cognato di Giovanni Tuzzolino - sono stati arrestati successivamente a Milano e Palermo.
Gli agenti del commissariato Mecenate hanno identificato i membri della banda prima dell'ultimo colpo a Collegno, li hanno aspettati al porto di Genova (sceglievano il viaggio in nave perchè i biglietti non sono nominali), seguiti all'autogrill e infine alla banca, bloccandoli in flagranza mentre portavano via 4.500 euro. Studiando le immagini dei colpi, è emerso che esisteva una gerarchia criminale che teneva in conto i legami parentali, per cui il primo a entrare era il padre, seguito dal figlio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero