Raggi e il caso polizza, Grillo sente i legali. L'ala dura M5S: «Devi cacciarla»

Che ieri fosse una giornata difficilissima per il M5S era noto: dai pm infatti si attende la verità sull'enigma Virginia Raggi e le indagini per abuso d'ufficio e...

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Che ieri fosse una giornata difficilissima per il M5S era noto: dai pm infatti si attende la verità sull'enigma Virginia Raggi e le indagini per abuso d'ufficio e falso in cui è finita con Raffaele Marra, già in carcere per corruzione. Ma i vertici pentastellati hanno dovuto accusare un colpo più duro ancora: l'ennesimo nuovo dettaglio sulla sindaca, ovvero quella presunta polizza vita da 30 mila euro che le ha intestato Salvatore Romeo, poi promosso a capo della segreteria politica di Raggi con tanto di aumento di stipendio, sei mesi prima che vincesse le elezioni. La notizia della polizza, pubblicata dall'Espresso, deflagra in pieno pomeriggio mentre Raggi è ancora a colloquio con i pm (e ci resterà in totale otto ore).


i SOLDI
Polizza uguale soldi. E' questa l'equazione che fanno alcuni parlamentari ortodossi e attivisti pentastellati quando il nuovo colpo di scena comincia a circolare nelle chat interne e sui social. Soldi per scalare il Movimento, ovvero il cavallo vincente delle elezioni capitoline. I pm hanno scoperto questi rapporti economici indagando sulle nomine in Campidoglio, su quella di Salvatore Romeo si era espressa anche l'Anticorruzione, e lo scenario ipotizza un'influenza sulle comunarie, le primarie grilline, quelle che portarono in trionfo Virginia Raggi.

O peggio ancora, il sospetto è che quelle polizze possano rappresentare un tentativo di occultare in qualche modo la tracciabilità di denaro. Fino a pochi giorni fa i dubbi in Transatlantico dei più morbidi non erano comunque teneri: «Forse è il caso di chiederci al di là delle indagini se una persona è in grado di fare il sindaco quando non sa valutare l'affidabilità di quelli che la circondano».

LA SVOLTA
Ieri invece il caso Raggi ha preso tutt'altra piega e i dubbi che non venivano confessati ad alta voce sono comparsi prepotenti: «C'è qualcuno che ha investito soldi nel Movimento e ha cercato di comprarselo?».

E' questo il sospetto, il tarlo che percorre le chat pentastellate. Al punto che una nutrita truppa di parlamentari ha chiesto con forza l'intervento di Beppe Grillo con telefonate, sms, segnali di fumo digitali. «Ma qui tutti i campanelli d'allarme sono stati ignorati», dice sconsolato un Cinque Stelle. Incubi che stanno agitando le notti del Movimento. I vertici hanno scelto il silenzio dopo ore concitatissime. Anche a loro è stata paventata l'ipotesi della scalata al M5s e per diverse ore tra Milano e Genova ha regnato lo sconcerto condito dalle richieste degli ortodossi di staccare la spina, prendere un provvedimento disciplinare, o ancora sospendere Raggi, metterla in quarantena, nel limbo in cui ha nuotato anche Federico Pizzarotti.

Poi Grillo e Casaleggio, hanno deciso di consultare esperti e legali per capire l'esatto funzionamento delle polizze. «Dobbiamo preoccuparci?». La risposta che è stata data è no, soprattutto se risultasse che Raggi non era a conoscenza del regalo di Romeo. Si tratterebbe di poche decine di euro versate ogni anno, spiegano fonti vicine ai vertici, e quindi non si configurerebbe uno scandalo. Anzi, «Siamo sotto attacco», questa la rapida sintesi politica.

LA PRUDENZA
E così i leader hanno scelto di non prendere decisioni affrettate e a caldo, sotto l'onda delle reazioni infuocate dei parlamentari più arrabbiati che ora pretendono l'applicazione del codice etico. L'ala degli intransigenti usa l'arma della tutela dell'immagine del Movimento, un principio evocato in tutti i codici e regolamenti interni del M5S e che non a caso sventola anche Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina e gran rivale di Raggi, che ieri ha detto: «Io penso alla tutela del M5S e a fare il mio ruolo come ho fatto in questi mesi e come farò anche domani».

E che Raggi debba rendere conto di quello che sta succedendo ne è convinto il deputato marchigiano Andrea Colletti. Uno fuori dall'agone romano ma che esprime tutti i dubbi che si affollano in queste ore. «Sulla polizza - scrive - non dovrebbe riferire solo al Pm qualora fosse vero ma a tutti noi». E anche chi si convince che questa è l'ennesima storia innocua, confessa a mezza bocca: «Rimangono troppe situazioni ambigue, decisamente troppe».

Salvatore Romeo solo ventiquattro ore fa su facebook lanciava una riflessione ecumenica da attivista provetto: «Vedi, il progetto, nel suo insieme è qualcosa che va molto al di là delle individualità e degli interessi dei singoli. Il mio lavoro nel tempo è e sarà il fattore x le valutazioni finali. In questo credo e per questo lotto e ho lottato». Ma esattamente, si chiedono diversi pentastellati qual è quel fattore X di cui parla Romeo? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero