Ragazza musulmana "indifferente" sul Westminster Bridge dopo l'attentato: la fake news opera di un troll russo

Ragazza musulmana "indifferente" sul Westminster Bridge dopo l'attentato: la fake news opera di un troll russo
La foto della donna musulmana in hijab che parla al telefono mentre cammina accanto alle vittime dell'attentato sul ponte di Westminster era diventata virale su Twitter come...

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La foto della donna musulmana in hijab che parla al telefono mentre cammina accanto alle vittime dell'attentato sul ponte di Westminster era diventata virale su Twitter come simbolo dell'indifferenza degli islamici verso l'orrore dell'attacco del 22 marzo scorso. Per giorni era diventata virale, rimbalzando di profilo in profilo sui social a sottolineare l'indifferenza del mondo islamico all'orrore che aveva colpito Londra. A nulla era valsa la smentita dell'autore dello scatto: il verdetto della rete era stato sancito. Adesso, a distanza di qualche mese, come scrive l'Independent, si scopre che la macchina del fango era partita su Twitter da @Southlonestar, uno dei 2.700 account falsi in Russia per diffondere fake news e influenzare la politica britannica e americana.


Era il 22 marzo scorso quando Khalid Masood, 52enne musulmano radicalizzato dall'Isis, alla guida di un furgone falciò le persone che stavano camminando sul ponte di Westminster: riuscì a uccidere cinque persone prima che venisse fermato dalle forze dell'ordine mentre cercava di entrare in Parlamento. Sul ponte regnava il caos. I morti e i feriti giacevano a terra in pozze di sangue, mentre alcune persone cercavano di soccorrerle e altre tentavano di scappare dalla scena dell'attentato. A fuggire dall'orrore c'era anche lei, una ragazza musulmana che camminava a passo spedito tra le vittime. Jamie Lorriman scattò una foto che in breve tempo diventò il simbolo dell'indifferenza, nonostante le parole dell'autore dello scatto che ha strenuamente difeso la ragazza, descrivendola come «traumatizzata e sconvolta». Le sue parole non sono bastate per arrestare la macchina del fango che si è scagliata contro di lei.

A scatenare l'indignazione è @Southlonestar che twitta la foto scrivendo: «La donna musulmana non presta la minima attenzione all'orrore dell'attacco, cammina tranquillamente accanto a un uomo che sta morendo e controlla il suo telefono #PrayForLondon # Westminster #BanIslam». In poche ore l'immagine diventa virale e in tanti si scagliano contro la donna, tacciata di indifferenza.

«Era solo una delle centinaia di persone che fuggivano dal ponte, cercando di non guardare l'orrore che la circondava - spiega all'Independent Jamie Lorriman - Il suo comportamento era in linea con quello di tutti gli altri, ma non si può supporre che stesse ignorando le vittime. Tutti quelli che erano a terra avevano persone che li circondavano per aiutarli. Se si fossero fermati tutti, nessuno di loro avrebbe ricevuto l'aiuto che serviva. Non sopporto che l'immagine che ho scattato sia stata decontestualizzata e usata come propaganda da persone che odiano e che usano qualsiasi cosa come arma per supportare il loro parere».

Sono passati mesi e adesso emerge che l'account è uno dei 2.700 troll su Twitter creati all'ombra del Cremlino e che adesso sono sotto la lente d'ingrandimento dell'US House Intelligence Committee che sta investigando sulle possibili influenze della Russia nella campagna politica di Trump. @Southlonestar, nello specifico, aveva 16.000 follower ed è associato a Texas Lone Star, che si definisce «un orgoglioso patriota texano e americano»: ha sostenuto la corsa di Trump alla Casa Bianca e ha anche twittato per schierarsi pro Brexit nel giorno del referendum, a giugno dello scorso anno.

Come riporta l'Independent, si pensa che gli account siano gestiti dall'Internet Research Centre di San Pietroburgo: si ritiene che i troll lavorino dalle 8 alle 20 (ora di Mosca) per evidenziare la disarmonia politica nei Paesi occidentali come Stati Uniti e Regno Unito e incoraggiare la causa dei populisti. A finire nel mirino la natura degli account e la velocità con cui si twitta che suggerisce che non siano cinguettii spontanei: per esempio il troll @PeterMagLob, che fingeva di essere tedesco, aveva twittato 20 volte l'ora durante l'Election Day statunitense.


Nelle scorse ore la premier britannica Theresa May ha lanciato un duro attacco a Putin, accusando Mosca di interferire nelle elezioni e denunciando il tentativo di «minare le società libere e di diffondere fake news per alimentare la discordia in Occidente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero