ROMA Errori di valutazione e un concorso di colpe: il disastro meteo che si è abbattuto sulle regioni dove l'emergenza è costante da cinque mesi ,e migliaia di...
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L'INVIO DEGLI UOMINI
Mille 658 militari, tra esercito e carabinieri, 482 mezzi speciali e 288 mezzi ruotanti, erano già attivi nelle aree sismiche dopo il terremoto di agosto scorso. Il 18 gennaio, troppo tardi, sono arrivate le richieste di alcuni sindaci abruzzesi a fronte delle nuove scosse aggravate dalla situazione meteorologica. Da ieri i numeri sono cresciuti: gli uomini sono diventati 3000, oltre a 950 i mezzi speciali e sedici elicotteri. E anche l'intervento dei vigili del fuoco è cresciuto. Adesso sono mille gli uomini presenti sul territorio, 550 solo in Abruzzo. Interventi richiesti, comunque, tardivamente.
L'EMERGENZA
Il 17 gennaio erano 300mila le persone senza elettricità in Abruzzo, oltre 160mila le utenze interessate. Decine i comuni isolati. Per giorni i sindaci abruzzesi, con le nevicate sempre più abbondanti, hanno chiesto turbine e mezzi spalaneve. Appelli lanciati di fronte a una situazione oggettivamente eccezionale. Un fenomeno che interessa anche le altre regioni colpite dal sisma, dove la situazione, secondo gli amministratori locali, è diventata insostenibile.
E adesso, dopo la tragedia di Rigopiano, sale il pericolo slavine. Le abbondanti nevicate, associate al vento forte, stanno determinando in tutte le aree montane di Marche, Abruzzo, Lazio e Molise un aumento sempre più significativo del pericolo valanghe attualmente sul grado forte 4 (il massimo è Molto forte 5). E le scosse di terremoto in corso determinano un'ulteriore probabilità di provocare i distacchi di neve. Il consiglio dei carabineri forestali è di «evitare assolutamente», nelle prossime ore e nei prossimi giorni, la frequentazione di pendii ripidi innevati a piedi, con gli sci, con le ciaspole o con le motoslitte o con qualsiasi altro mezzo meccanico.
LE REAZIONI
Il botta a risposta a distanza è tra Laura Boldrini e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. «Le istuzioni devono collaborare a tutti i livelli, perché non sono tollerabili inefficienze e ritardi sugli aiuti», ha dichiarato il presidente della Camera. Curcio replica: «Chi non ha competenze e critica, non fa un buon servizio a chi da mesi lavora ininterrottamente. Chi avanza inutili critiche non ha forse capito che sta attaccando il Sistema Paese».
Sulla vicenda interviene anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Nessuno sforzo viene risparmiato nel tentativo di salvare vite umane», ha dichiarato, chiedendo a «tutta la comunità nazionale grande unità. Ognuno, per la sua parte, deve agire con intelligenza e responsabilità».
Gli attacchi politici, però, non mancano. Durissimo il leader della lega, Matteo Salvini, che chiede al governo di stanziare subito 100 milioni: «Ho sentito tanti sindaci: se non ci sono i mezzi, si tagliano i fondi; se ci sono paesi senza corrente e riscaldamento da tre giorni, oltre alla natura, c'è anche dell'altro». E ancora: «Politicizzare la Protezione civile, affidandola a un ex governatore trombato è demenziale». L'affondo è per il commissario straordinario, Vasco Errani, difeso invece dal ministro Anna Finocchiaro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero