Il caso profughi/ All’illegalità non si replica con altra illegalità

Il caso profughi/ All’illegalità non si replica con altra illegalità
C’era una volta la sinistra massimalista. Era colorita e fantasiosa, mai a corto di slogan e di proposte originali per cambiare il mondo e far affiorare la spiaggia sotto i...

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C’era una volta la sinistra massimalista. Era colorita e fantasiosa, mai a corto di slogan e di proposte originali per cambiare il mondo e far affiorare la spiaggia sotto i sampietrini. Aveva molti principi che scandiva interminabilmente nei cortei e sui giornali, ma il più importante restava sempre sullo sfondo. «Noi non andremo mai al governo», era la premessa di tutte le promesse.


La parola d’ordine che rendeva possibili tutte le altre, perché liberava dalla noiosa incombenza di fare i conti con la realtà e con le conseguenze dei propri atti. Oggi, in Italia, la sinistra massimalista è ridotta ai minimi termini, nonostante frequenti e valorosi tentativi di farla risorgere dalle ceneri, perfino riesumando qualche mummia. In compenso si rafforza sempre di più una destra massimalista che cavalca il tema dell’immigrazione con proposte che oscillano, a seconda del momento, tra l’incostituzionalità (ridurre i finanziamenti ai Comuni che accolgono i migranti) e la pura e semplice illegalità (dare l’assalto alle Prefetture).

Dopo gli anni del leghismo di governo, sfociati in un tripudio di finte lauree e di diamanti veri, il leghismo massimalista si ripresenta sulla scena puro e vincente come un ologramma appena uscito dagli studi della Pixar. Qualche paradosso, certo ogni tanto viene fuori. Come un ex ministro degli Interni che invita a dare l'assalto alle prefetture. Ma nell'insieme, i risultati delle regionali dimostrano che la strategia del leghismo massimalista è vincente.

Anche perché, su questo come su innumerevoli altri fronti, le risposte dell’Europa unita sembrano fatte apposta per rafforzare gli urlatori, danneggiando chi prova a indicare soluzioni più responsabili. Però bisogna sempre tenere a mente la premessa implicita di tutti i massimalisti: «Noi non governeremo mai». La retorica incendiaria è una droga. Porta consensi, ma debilita e rende inadatti al governo.


La sinistra ha vissuto per decenni sulla propria pelle questa contraddizione che ora rischia di colpire il centrodestra. Se davvero il massimalismo leghista dovesse conquistare l'egemonia tra i moderati, produrrebbe il solo effetto di mettere durevolmente fuori gioco l'unica alternativa possibile al Pd. Confermando ancora una volta il cinico adagio di chi dice che se l’Italia fa già fatica a produrre una classe dirigente, figuriamoci due.

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Il Messaggero