Migranti e terrorismo: la Ue aumenta i controlli e invia degli agenti nei vari hotspot per l'accoglienza in Italia e Grecia. L'obiettivo è quello di identificare, e...
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GLI UFFICIALI
I “guest officers” «sono ufficiali dei vari paesi membri, addestrati per un certo periodo da Europol per svolgere questo preciso ruolo». Una sorta di “supervisori” messi in campo dopo che l'Europa ha più volte chiesto all'Italia di effettuare controlli serrati. Il loro intervento servirà a facilitare il lavoro dei paesi dove, in vista dell'estate, c'è il rischio di un maggior numero di ingressi. Prima dell'entrata in azione dei “nuovi” agenti, comunque, si svolgeranno delle riunioni per mettere a punto un piano di azione comune. Il nostro paese ritiene che possano rivestire il ruolo degli “osservatori”, piuttosto che quello dei “controllori”.
Navarrete, colonnello della Guardia Civil, è un veterano della lotta contro l'Eta e il terrorismo separatista basco, e ha una grossa esperienza di lotta al terrorismo in Africa. Chiarisce che è necessario valorizzare le operazioni di intelligence, in quanto «molte delle attività delle persone suscettibili di radicalizzarsi o di integrarsi si svolgono in situazioni virtuali, attraverso internet. Molti hanno precedenti giudiziari» e occorre scoprire come e quando si rechino in paesi come la Siria. Sono stimati tra i 3 e i 5 mila, e l'istituzione del Pnr, il registro sui nomi dei passeggeri aerei, potrà dare una grossa mano.
Il direttore dell'Ectc spiega che l'intervento è legato alla «decisione dello Stato Islamico di inviare terroristi dalla Siria e dall'Iraq per colpire in Europa. E quindi il coordinamento con Frontex, (l'agenzia che gestisce le frontiere esterne dell'Ue) è importantissimo». Il ruolo degli agenti non sarà soltanto quello di identificare potenziali seguaci del califfo nero. «È fondamentale - spiega il colonnello - smantellare le reti di immigrazione illegale, che possono, a qualsiasi prezzo, far entrare i terroristi. Lottando contro di queste partecipiamo alla guerra contro il traffico di essere umani e tocchiamo anche il tema della sicurezza, così importante per tutti». L'obiettivo dell'Ectc è di anticipare eventuali attacchi come quello del 13 novembre scorso a Parigi o del 22 marzo a Bruxelles. «Tutti i paesi - conclude - hanno adattato i propri sistemi a questo tipo di minaccia, più letale, più imprevedibile. E adesso più che mai» c'è la consapevolezza che occorre condividere le informazioni e non soltanto scambiarle. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero