Un farmaco sbagliato e finisce in coma, due pediatre a processo per lesioni

Un farmaco sbagliato e finisce in coma, due pediatre a processo per lesioni
Ci sono farmaci che tutelano la salute, ma che al tempo stesso possono metterla in pericolo, se il medico non è attento ad ogni particolare. Al piccolo Thomas (il nome...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ci sono farmaci che tutelano la salute, ma che al tempo stesso possono metterla in pericolo, se il medico non è attento ad ogni particolare. Al piccolo Thomas (il nome è di fantasia ndr) è capitato così:  per una banale bronchite si è ritrovato in coma a causa di un mix di farmaci errati, che è costato a due pediatre l’accusa di lesioni colpose nel processo che si è aperto questa mattina di fronte al giudice monocratico di Roma. I fatti risalgono al luglio del 2013. Thomas si era sottoposto alla cura prescritta dal medico a cui si erano rivolti i suoi genitori.


Ma, invece di ottenere benefici, si era ritrovato in preda alle convulsioni oltre ad uno stato di incoscienza. Il giovane era affetto da una forma di encefalopatia epilettica, curata con il Tegritol (medicinale a base di carbamazepina). Ma la sua pediatra di fiducia non lo aveva scritto nella sua scheda informatica. Una dimenticanza fatale. Perché, quando i genitori di Thomas si rivolgono allo studio medico, al suo posto trovano una sua sostituta, che somministra al piccolo un medicinale per lui nocivo, il Macladin, un farmaco a base di claritromicina, che «interagendo con il Tegritol concorreva a cagionare lesioni personali gravi dalle quali derivava una malattia della durata compresa tra i venti e i quaranta giorni».

Da una parte la negligenza di M.P. V. per la mancata annotazione delle cure in corso, dall’altra, l’imprudenza di L.T., la pediatra che ha somministrato il farmaco errato, «nonostante la patologia di base e le condizioni cliniche del bambino - si legge nelle carte - fossero ben visibili anche ad un’osservazione superficiale». In mezzo il piccolo Thomas che, dopo aver assunto il farmaco, si ritrova in uno stato di incoscienza.


A curarlo sono stati poi i medici del pronto soccorso del Bambino Gesù, dove il piccolo è stato ricoverato con «diagnosi di stato mentale epilettico». Dopo le convulsioni domestiche, infatti, Thomas era arrivato in ospedale in uno «stato di gravità critica»,  «confermata la ipertransaminasemia e un disturbo coaugulativo», oltre ad un evidente squilibrio metabolico causato dal mix di farmaci. Thomas aveva solo contratto un'influenza virale estiva. Si è ritrovato in coma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero