«Andate tutti a votare», dice Paolo Gentiloni. E così il premier, sostenitore di Matteo Renzi, scende in campo a due giorni dalle primarie del Pd per aiutare a...
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Alla vigilia del voto, la novità è la discesa sul campo delle primarie di Gentiloni, che partecipa a Roma a un'iniziativa di Roberto Giachetti. E la mozione Orlando attacca Con Andrea Martella criticando la presenza del presidente del Consiglio nella campana per le primarie. «Il rush finale per Renzi in questi ultimi giorni è stato fatto dal governo e non dal suo comitato.
Spiace constatare che Gentiloni non si sia potuto sottrarre», dice il sostenitore del ministro della Giustizia. Il premier ribadisce il suo voto per Renzi. E fa un pubblico elogio del Pd - risorsa «preziosa» in un'Europa dove i progressisti sono «in difficoltà» - e delle primarie: «Non sono una moda effimera, non sono logorate ma una conquista importante in un Paese che soffre deficit di partecipazione». Poi aggiunge: l'ambizione del Pd e della sinistra Ue deve difendere i «perdenti della globalizzazione» e per farlo «guai a perdere lo spirito maggioritario che aveva animato l'Ulivo e il Pd».
Questa ambizione, dice il premier, bisogna declinarla anche promuovendo una legge elettorale che assicuri la governabilità. Gentiloni afferma che sua «missione», da premier, è portare i Dem alle prossime politiche «nelle condizioni migliori possibili in termini economici e di sicurezza». In una staffetta ideale con Renzi che si candida ad essere rieletto segretario - e quindi candidato premier Pd - con una forte investitura. Per un cambiamento «radicale» dell'Ue Renzi propone da Bruxelles l'elezione diretta del presidente della commissione e il veto sul fiscal compact nei trattati. E sul piano politico afferma che i socialisti devono «investire nei diritti ma anche» su temi di «centro», perché «con i radicali si vincono le primarie ma poi si perdono le elezioni».
La legge elettorale? «La faremo».
Il Messaggero