Mentre Matteo Renzi lavora alla nuova segreteria «più inclusiva», ancora ritardi nella certificazione dei voti alle primarie di domenica scorsa. E se gli uomini...
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Dopo le polemiche politiche, è l'ora dei veleni. La procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulla base del video diffuso due giorni fa in cui un migrante rivela che un gruppo di richiedenti asilo è stato accompagnato al seggio di Ercolano per votare alle primarie, dotato di documenti e di due euro. «Ci hanno detto ha affermato anche un altro migrante ieri al sito Fanpage.it - di mettere una croce sul colore verde, quello in corrispondenza di Renzi. Quanti eravamo? Hanno portato a votare cinquanta persone e tutti abbiamo votato allo stesso modo». Riflettori accesi sul centro di accoglienza San Vito. Per ora non si ravvisano ipotesi di reato ma si aspettano sviluppi.
PERMESSI DI SOGGIORNO
Anche a livello politico, soprattutto dopo l'attacco di Orlando: «Io non voglio né posso militare in un partito che fa questo è l'affondo del Guardasigilli -. Cosa puoi fare di peggio che estorcere un voto a un disperato?». Il giudizio del responsabile di via Arenula è durissimo: «Mi auguro con tutto il cuore che non sia vero che a Ercolano avrebbero chiesto il voto a un richiedente asilo» promettendo un'accelerazione del permesso di soggiorno, «perché se lo fosse andiamo al di là di qualunque limite etico... oltre le scarpe di Lauro». Il Movimento 5 stelle soffia sul fuoco, chiede che a riferire sia il ministro Minniti, i pentastellati hanno presentato anche un'interrogazione parlamentare perché dice Toninelli qui non c'è democrazia: «Nel comune di Ercolano l'ultima volta sono andati a votare in 1800, questa volta in 5300». Mentre il sindaco di Ercolano, Bonaiuto si difende: «Buttano fango su una festa democratica. Sono 41 gli immigrati che hanno votato a fronte di 5137 votanti. E' una strumentalizzazione, sono sotto attacco perché sostenitore di Renzi».
Ma gli orlandiani non ci stanno. Hanno lasciato in massa la Commissione regionale a Napoli, denunciano il fatto che i voti in Campania non sono certificati. E ora si prospettano ricorsi un po' dovunque. «Ballano in tutta Italia 50 mila voti», è la denuncia. «Ci sono risultati gonfiati soprattutto al sud: in Calabria, Campania, Basilicata e Puglia», l'affondo dei sostenitori della mozione del ministro della Giustizia. Ricorsi anche in Lombardia e Lazio per l'assegnazione dei seggi per quanto riguarda i cosiddetti resti.
SCONTRO SULLE ALLEANZE
«Non contesto niente», frena il ministro, «ma un pezzo del nostro mondo non ha votato» e comunque «con un quinto del partito si può fare battaglia». Lo scontro sarà sulle alleanze. Pisapia, Bersani, Tabacci, con l'interessamento della Boldrini, stanno lavorando ad una convention da tenersi a giugno per sfidare Renzi nel campo del centrosinistra. L'ipotesi sul tavolo di Renzi è quella di un listone che potrebbe chiamarsi non Pd ma Italia riformista o Italia democratica. I giochi sono aperti, «dipenderà dalla legge elettorale», dicono i renziani. Emiliano per ora non partecipa alla querelle sui dati, sabato darà vita alla sua corrente e non esclude neanche di entrare in segreteria. «I rapporti sono definiti», taglia corto il neo segretario provando a spegnere il fuoco delle polemiche. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero