Gestione fraudolenta e sistema di potere clientelare consolidati e diffusi. Sono parole pesanti come macigni quelle adoperate dalla procura regionale della Corte dei Conti per la...
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Replica Fiori, che ha ricoperto l' incarico di Commissario a Pompei tra il 2009 ed il 2010: «Contro di me un provvedimento abnorme e accuse infamanti. Mi batterò in tutte le sedi per dimostrare la mia totale estraneità». Fiori ha ricevuto dalla magistratura contabile un «invito a dedurre» entro 30 giorni. Per le vicende che gli vengono contestate è stato già rinviato a giudizio per abuso di ufficio davanti al tribunale di Torre Annunziata. «Non è un sequestro, è un provvedimento della procura generale della Corte dei conti della Campania che rappresenta l'accusa. Non sono stato condannato da nessun giudice», ricorda.
Inviti a dedurre sono stati notificati a nove dirigenti del Ministero per i Beni culturali e della Regione Campania, componenti della «Commissione ministeriale di indirizzo e coordinamento» che aveva il compiuto di approvare il piano degli interventi disposti dal Commissario di governo e di verificarne la congruità rispetto all' obbiettivo assegnato al Commissario, cioè «la messa in sicurezza e la salvaguardia dell' area archeologica». I destinatari sono il Direttore generale per lo spettacolo Salvatore Nastasi, l'ex Soprintendente per i Beni Archeologici di Napoli e Caserta Stefano De Caro, la funzionaria della Direzione Antichità Jeannette Papadopoulos, il segretario generale del Mibact Giuseppe Proietti, il prof. Raffaele Tamiozzo, il dirigente della Regione Campania Maria Grazia Falciatore, l'architetto Roberto Cecchi, il ricercatore universitario Bruno De Maria, e l' architetto Maria Pezzullo, funzionario della Regione Campania.
Il 10 giugno 2014 Fiori era stato rinviato a giudizio per abuso d' ufficio dal gup del Tribunale di Torre Annunziata, al termine di un' inchiesta su una serie di lavori approvati nel maggio 2010 al Teatro Grande di Pompei per un importo di 5 milioni e 966 mila euro insieme alla fornitura di attrezzature per lo spettacolo e per l' allestimento scenico che - secondo l' accusa - esulavano dal compito di provvedere alla messa in sicurezza e la salvaguardia del sito archeologico.
«Non è un sequestro per 6 milioni, ma un provvedimento cautelativo notificato riguardante una causa in corso. È una notizia che è una bufala», ha affermato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta in una conferenza stampa a Roma con l'ex commissario di Pompei. «C'è la giustizia che deve fare il proprio mestiere. È molto semplice», è stato il laconico commento del ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero