Polizia, una sala intitolata a Roberto Mancini: c'è anche Gabrielli

Una sala a lui intitolata nel commissariato romano San Lorenzo, il suo commissariato per tanti anni, tra i colleghi di una vita e i vertici della Polizia: Roberto Mancini, il...

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Una sala a lui intitolata nel commissariato romano San Lorenzo, il suo commissariato per tanti anni, tra i colleghi di una vita e i vertici della Polizia: Roberto Mancini, il poliziotto che con le sue indagini sulle ecomafie e il business criminale dei rifiuti anticipò di 15 anni il dramma della 'Terra dei fuochì, è stato ricordato questa mattina a Roma. Presenti tra gli altri Franco Gabrielli, prefetto di Roma designato come futuro Capo della Polizia, il vice capo vicario della Polizia Luigi Savina, il questore di Roma Nicolò D'Angelo, la vedova del poliziotto, Monica Mancini, il giornalista Sandro Ruotolo e Beppe Fiorello, protagonista della fiction tv 'Io non mi arrendò dedicata alla figura di Mancini. Gabrielli ha sottolineato «il lascito che uomini come lui danno ai colleghi che poi devono proseguire nelle attività». A giudizio del questore D'Angelo, che non ha nascosto la propria emozione, Mancini era «un poliziotto vero che non faceva passi indietro, che faceva la differenza». Anche per Beppe Fiorello, che sul piccolo schermo interpreta la figura del poliziotto, «Mancini era un uomo lungimirante e acuto, che già nel '96 aveva capito il problema che oggi per tutti è la 'Terra dei fuochì». «Quando ancora non esisteva il termine 'ecomafià, Mancini aveva già capito che il ciclo dei rifiuti era per la criminalità una potenzialità economica ancor più proficua del traffico di droga», ha ricordato Savina. Monica Mancini, vedova del poliziotto che si ammalò e morì per l'esposizione continuata ai rifiuti tossici, ha invitato i colleghi del marito a «continuare il lavoro di Roberto». Da parte sua, continuerà a girare per le scuole di tutta Italia per incontrare gli studenti e raccontare la storia dell'investigatore della Polizia che per primo comprese l'importanza delle ecomafie per la criminalità organizzata.
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Il Messaggero