La fuga di 100mila giovani all'estero? In alcuni casi è un bene «non averli più tra i piedi». La gaffe è del ministro del Lavoro Giuliano...
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La giornata, sul fronte lavoro era iniziata con i dati dell'Osservatorio Inps, che certificano una frenata delle assunzioni a tempo indeterminato mentre prosegue sostenuta la vendita dei voucher: nei primi 10 mesi dell'anno sono stati venduti 121,5 milioni di buoni per il lavoro accessorio con un aumento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Nessun intervento di correzione è invece previsto per il Jobs act: «È stata - ha detto Poletti - una buona legge, una legge che ha fatto bene e fa bene al Paese». La frenata delle assunzioni stabili è legata alla riduzione degli incentivi sulle assunzioni a tempo indeterminato. Nei primi dieci mesi si è avuto un saldo positivo tra nuovi rapporti stabili (1,37 milioni) e cessazioni (1,3 milioni) di 61.640 unità con un calo dell'89% rispetto ai primi 10 mesi del 2015 quando l'esonero contributivo previdenziale era totale. L'Inps segnala anche un aumento dei licenziamenti in generale (+3,4% da 490.039 a 506.938) ma un boom per quelli di natura disciplinare (per giusta causa o giustificato motivo soggettivo). Non è chiaro ancora il collegamento con l'introduzione del contratto a tutele crescenti. Nello stesso periodo, infatti, sono diminuite in modo consistente le dimissioni (da 762.517 a 658.666, -13,6%) e nelle scorse settimane il presidente Inps, Tito Boeri, ha collegato questo fenomeno con l'introduzione delle norme sulle dimissioni on line che hanno reso più complicato l'abbandono volontario del posto di lavoro, soprattutto per gli stranieri, costringendo in molti casi i datori di lavoro al licenziamento disciplinare il dipendente resosi irreperibile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero