Placanica, il carabiniere che uccise Carlo Giuliani, minaccia il suicidio su Fb

Sparò a Carlo Giuliani, Placanica minaccia il suicidio su FB
Mario Placanica, il carabiniere ausiliario che nel 2001 durante il G8 di Genova sparò a Carlo Giuliani, uccidendolo, minaccia il suicidio attraverso alcuni post sulla sua...

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Mario Placanica, il carabiniere ausiliario che nel 2001 durante il G8 di Genova sparò a Carlo Giuliani, uccidendolo, minaccia il suicidio attraverso alcuni post sulla sua pagina Facebook. Nel corso della giornata, infatti, l'ex appartenente all'Arma, in congedo dal 2005 e attualmente disoccupato, ha più volte manifestato l'intenzione di togliersi la vita. «Non riesco più ad avere un finanziamento oggi l'ennesima porta chiusa sto pensando al suicidio ciao per quelli che mi hanno sostenuto non ne posso più......addio», ha scritto infatti sulla pagina personale nel popolare social network.

 

«Ho sempre voluto bene all'arma - continua Placanica in un post recente - oggi pomeriggio diventerò pure io un angelo dei carabinieri questo forse non piacerà agli amici ma non ho alternative». «Gli zingari mi hanno fatto perdere due macchine una Tiguan ed una Chevrolet la Tiguan mi hanno raggirato gli zingari del quartiere Pistoia di Catanzaro (drogandomi e dicendomi che mi avrebbero dato i soldi o un altra macchina ) ed in quel periodo ero indagato e non si è degnata la Procura di Catanzaro farmela riavere, la Chevrolet mi hanno messo sotto pressione gli zingari dell'Aranceto quartiere di Catanzaro assieme ad uno noto alle forze dell'ordine Maurizio Masciari perche avevo un debito di droga di 900euro e minacciato da lui più volte l'ho dovuta vendere ma gli do i soldi, HO PERSO IL LAVORO NEL 2014 PER COLPA DELLA COCAINA E DEGLI ATTEGGIAMENTI DEI COLLEGHI, MI SONO DISINTOSSICATO ho riavuto la patente ed ora mi ritrovo senza macchina. Nessuno mi fa un prestito, che devo fare come faccio a prendere mio figlio a scuola, non possiamo manco andare al parco giochi ma lo faccio divertire e questa me la chiamate vita?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero