Forte della candidatura del loro prodotto a patrimonio immateriale dell'umanità dell'Unesco, i 150mila pizzaioli italiani puntano al bersaglio grosso: il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In una sala stampa gremita dai rappresentanti delle associazioni di tutta Italia, è stato illustrato il disegno di legge del quale è relatrice Paola Pelino (Fi), e che prevede il riconoscimento della qualifica a chi consegue un diploma rilasciato esclusivamente dalle associazioni riconosciute, a loro volta chiamate ad attestare lo svolgimento da parte dei pizzaioli di una verifica teorico-pratica. Sono previsti corsi di 40 ore di laboratorio, 30 di lingua straniera, 20 di scienza dell'alimentazione, 30 di igiene e somministrazione di alimenti. Viene istituito un apposito albo, l'iscrizione al quale è condizione necessaria per l'esercizio dell'attività. L'art.8 del ddl istituisce, inoltre, la Giornata italiana della pizza. Per il senatore Amidei, ideatore della proposta, «l'Italia ha una grande responsabilità che le deriva dal fatto che il marchio Made in Italy è sul podio di quelli più conosciuti al mondo, con Coca Cola e Visa e la pizza rappresenta il 50% del fatturato della nostra ristorazione, mentre la dieta mediterranea, di cui la pizza è parte integrante, è un trend mondiale. In questo contesto, non c'è spazio per l'improvvisazione e la figura del pizzaiolo va valorizzata e riconosciuta».
Paola Pelino, relatrice nella commissione Industria di cui è vice presidente, si è lanciata anima e corpo in questa 'mission': «È stato difficile -ha detto- ma finalmente siamo riusciti a calendarizzare il ddl e abbiamo in agenda almeno 25 audizioni da svolgere con i soggetti competenti». «Il mio auspicio, e me ne farò promotrice presso il presidente Pietro Grasso -ha proseguito- è che si riesca ad ottenere la sede deliberante per un ddl di interesse generale, in modo da velocizzarne l'iter a palazzo Madama e magari di ottenerne l'approvazione definitiva entro l'anno».
Il Messaggero