I pinguini al Polo Sud muoiono di fame: colpa di un iceberg grande il doppio di Roma

Un esemplare di pigoscelide di Adelia
La colpa è di un iceberg gigante, che ha una superficie pari al doppio del Comune di Roma. Piazzandosi davanti all'insediamento di una colonia di pinguini, ha...

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La colpa è di un iceberg gigante, che ha una superficie pari al doppio del Comune di Roma. Piazzandosi davanti all'insediamento di una colonia di pinguini, ha involontariamente ma inesorabilmente la loro strage. Sono 150 mila, si stima, gli uccelli morti di fame negli ultimi cinque anni a Cape Denison, nella baia del Commonwealth, in Antartide.


La specie è quella dei pigoscelidi di Adelia, il tipo di pinguino più diffuso al Polo Sud. Secondo uno studio del centro di ricerca sul cambiamento del clima nell'università australiana del New South Wales, la popolazione di Cape Denison è passata da 160 mila esemplari ad appena 10 mila, e potrebbe estinguersi completamente nel giro al massimo di venti anni, mettendo fine a una colonizzazione che dura da chissà quando (l'uomo li avvistò in quel luogo un secolo fa).

Fino al 2010 i pinguini vivevano in riva all'oceano, e per procurarsi il cibo dovevano fare solo pochi passi. Adesso invece, per colpa dell'iceberg che si è incastrato proprio sulla riva del loro mare, sono costretti a fare un giro di 60 chilometri prima di arrivare a cacciare un po' di pesce. In compenso, in un'altra area che si trova ad appena 8 chilometri di distanza dalla baia di Commonwealth, un altro insediamento di pigoscelidi di Adelia prospera e si moltiplica non trovando alcun tipo di ostacolo per raggiungere la costa.

Secondo gli esperti, i pinguini di Cape Denison hanno solo due possibilità di salvarsi: se per qualche motivo l'iceberg si scioglie e si spacca in due, oppure se gli animali capiscono finalmente che è arrivato il tempo di traslocare in un'altra zona. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero