Omicidio dell'avvocato-blogger: la pista della camorra, killer in fuga ripreso da una telecamera

Mario Piccolino
Un uomo combattivo, ma mite. Un rompiscatole, ma mai sleale. Non c'è una voce discorde su Mario Piccolino, l'avvocato ucciso due giorni fa nel suo studio al piano terra...

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Un uomo combattivo, ma mite. Un rompiscatole, ma mai sleale. Non c'è una voce discorde su Mario Piccolino, l'avvocato ucciso due giorni fa nel suo studio al piano terra di via della Conca. Non uno che ne parli male. E si avverte che non è la solita retorica che santifica subito chi è vittima di una morte violenta. È un sentire diffuso, che ha spinto il Comune a convocare un Consiglio straordinario per «dare una risposta immediata all'episodio di straordinaria gravità». E poi, la fiaccolata serale.








Era stata fissata alle otto, ma è slittata di un'ora per consentire al sindaco Sandro Bartolomeo di incontrare a Latina il prefetto Pierluigi Faloni. È provato, il sindaco. Per lui, Mario era un amico, un paziente, un saggio da consultare nei momenti difficili. E proprio il sindaco è stato tra i primi ad essere avvisato due giorni fa, che «l'avvocato», il «fotoreporter rompiscatole» era stato ucciso. Un agguato, di facile esecuzione e di rapida pianificazione. Ci sono le immagini video fissate dalle telecamere della farmacia vicina, a dare fisionomia all'assassino: palestrato, bermuda, t-shirt nera. L'uomo si era presentato nello studio dove l'avvocato era con l'ingegnere inquilino di una stanza adibita a suo ufficio. L'ingegnere è in fondo al corridoio, la stanza dell'avvocato è vicina all'ingresso. Pochi secondi, Mario ha il tempo di dire: «Ma io non la conosco». Poi un solo colpo alla fronte con una pistola parabellum 9x21. La pistola della camorra. Probabilmente, il killer ha avuto il tempo di allontanarsi verso la stazione e salire su un treno, così da evitare eventuali posti di blocco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero