Il 60% degli utenti abbocca agli attacchi di phishing. È il risultato di un test di condotto dalla società tecnologica Cefriel, condotto su 40mila dipendenti di...
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Dal test emerge che in media a un hacker bastano tre mail per ottenere un click malevolo bastano tre mail. Ne sono sufficienti quattro per convincere almeno una persona a inserire le proprie credenziali sul sito ingannevole.
«Ogni volta che facciamo questi test - ha dichiarato Alfonso Fuggetta, Ceo di Cefriel - ci accorgiamo che è determinante il fattore umano, oltre all'aspetto tecnico. La velocità con cui questi attacchi prendono piede sono la dimostrazione che è necessario un progetto di formazione per cambiare l'approccio culturale degli utenti. Ormai - ha proseguito Fuggetta - ogni persona con il suo smartphone, computer o tablet è una potenziale vittima degli hacker. Per prevenire questi attacchi - ha concluso - bisogna farsi sempre una domanda in più e nell'incertezza non fare quel click che può risultare quasi istintivo».
Con phishing si intendono delle mail esca molto generiche, in genere contestualizzate con le aziende con loghi, colori o riferimenti a iniziative reali, sfruttando informazioni reperibili online. Le aziende coinvolte dall'indagine appartengono a settori diversi tra cui bancario assicurativo, energetico, amministrazioni pubbliche e aziende di prodotti e servizi.
Analizzando i dati per settore, paradossalmente quello bancario/assicurativo è risultato il più «vulnerabile». Dagli attacchi condotti su più aziende del settore risulta che in media il 41% clicca sul link ingannevole, mentre in media il 27% inserisce le proprie credenziali. Numeri più bassi, ma comunque preoccupanti, si rilevano nella pubblica amministrazione: il 33% clicca sul link, il 16% inserisce anche le credenziali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero