Pedofilia, 46enne aveva sullo smartphone 2mila file di bimbi, arrestato

Pedofilia, 46enne aveva sullo smartphone 2mila file di bimbi, arrestato
Aveva sui suoi smartphone oltre duemila tra immagini e video ritraenti minori abusati o in atteggiamenti pornografici, con numerose vittime di età stimata inferiore ai tre anni: ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Aveva sui suoi smartphone oltre duemila tra immagini e video ritraenti minori abusati o in atteggiamenti pornografici, con numerose vittime di età stimata inferiore ai tre anni: per questo un 46enne residente a Chieti è stato arrestato dagli uomini del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara con l'accusa di detenzione di materiale pedopornografico.




Gli agenti della sezione Cyber Crime della Polpost, in esecuzione di un decreto di perquisizione domiciliare a carico dell'uomo, hanno rinvenuto il materiale pedopornografico. L'analisi dei telefoni ha permesso agli esperti della Polizia delle Comunicazioni di acquisire elementi che sembrerebbero evidenziare da parte dell'arrestato pregressi scambi, con altri utenti, di foto e video che ritraevano minori coinvolti in attività sessuali esplicite attraverso alcuni social network. Nei confronti dell'uomo erano in corso accertamenti nell'ambito di una più ampia indagine della Procura distrettuale antimafia. L'arresto è stato convalidato a Chieti e l'uomo è stato rimesso in libertà. Il materiale pedopornografico è stato sequestrato, mentre proseguono le indagini.



«La diffusione di internet ed il proliferare di programmi informatici che permettono lo scambio di file tra utenti connessi tra loro mediante appositi server, e più recentemente dei social network - sottolinea la dirigente della Polpost, Elisabetta Narciso - ha amplificato, tra gli altri, anche il fenomeno della diffusione di materiale pedopornografico facilitandone evidentemente anche la fruizione online e la stessa detenzione».



Narciso ricorda inoltre la costituzione, presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia On-line (Cncpo), che «ha compiti di coordinamento per le attività investigative nell'ambito del contrasto alla pedopornografia e di raccordo gli con organi investigativi esteri e, tra le altre cose, attende alla raccolta delle segnalazioni relative ai siti che diffondono materiale concernente l'utilizzo sessuale dei minori provenienti da soggetti pubblici e privati impegnati nella lotta alla pornografia minorile».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero