Pd, Orlando: se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei pronto. Nasce area con Cuperlo e Damiano per sfidare Renzi

«Non mi pare serva mettere altri candidati alla segreteria in lizza. Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. Non ho capito quale sia il...

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«Non mi pare serva mettere altri candidati alla segreteria in lizza. Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. Non ho capito quale sia il problema in questo passaggio». Così il Ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) intervenendo ad Agorà, su RaiTre, parlando della scissione in vista nel Partito democratico.


«Qualunque problema abbia il partito, l'idea che lo si possa risolvere con la scissione è sbagliata: apre un fronte che consente alla destra di rafforzarsi», ha detto ancora Orlando. «La responsabilità è di tutti: non si è sedimentata una politica comune», ha aggiunto.

«L'unica cosa che non sto facendo è riorganizzare nuove correnti di cui non si sente il bisogno», ha poi sottolineato rispondendo ad una domanda dei giornalisti sul Pd a margine di un convegno sul tirocinio alla Scuola Superiore della Magistratura, a Scandicci. «Al di là dei rapporti di forza e dei numeri - ha aggiunto - la scissione è una sconfitta per tutti». «Ancora nulla è successo, bisogna lavorare per evitare la scissione, finché qualcuno non metterà la parola fine, noi continueremo a lavorare...».

Intanto una riunione, ieri sera, tra Orlando, Gianni Cuperlo e Cesare Damiano ha sancito, a quanto si apprende, la nascita di una nuova area dentro il Pd alla luce della quasi certa scissione con la minoranza. I tre esponenti ex ds, che ieri in assemblea hanno caratterizzato i loro interventi all'insegna dell'unità del partito e dell'equidistanza, si sono trovati d'accordo, nella riunione, sulla necessità di un'area larga che avanzi una proposta politica nuova per rifondare il Pd.


«A Renzi chiediamo una risposta sulle questioni poste ieri in Assemblea, non sui giornali attraverso indiscrezioni. Martedì in direzione abbiamo l'ultima possibilità di salvare il Pd, Renzi non butti via tutto, faccia un gesto di umiltà, tolga anche lui ogni alibi per una scissione che farebbe male solo alla comunità democratica». Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta ad Agorà su RaiTre. «Siamo -aggiunge- il più grande partito di sinistra in Italia e la prima delegazione nel Parlamento Europeo. Non è un problema di date ma di sostanza politica. Emiliano, Rossi, Speranza hanno posto questioni politiche rilevanti». «Orlando ha chiesto la conferenza programmatica, mi aspetto una risposta chiara e definitiva. Il Pd -conclude- è nato come progetto politico plurale, se perde questa caratteristica non è più il Partito democratico ma una brutta copia della Casaleggio Associati».

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Il Messaggero