«Io considero scissione la più grande sconfitta da evitare con ogni mezzo, e il congresso è l'unico modo perché così chi vince sarà...
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In questa fase «le primarie non sono previste dallo statuto del Pd, sarebbero una frettolosa invenzione di marca renziana per dare l'impressione di una specie di congresso che invece non si celebra», ha sottolineato ancora il presidente della regione Puglia. «Il congresso ha le sue regole - ha aggiunto - parte dai circoli, coinvolge i militanti, c'è una discussione, votano i tesserati e poi coloro che hanno più voti tra i tesserati partecipano alle primarie aperte a tutti. È il processo che ha incoronato Matteo Renzi segretario del partito - ha concluso - non c'è motivo di cambiare queste regole».
«Il segretario non si dimette perché ha un sacco di soldati e salmerie da collocare, ha da salvaguardare un sacco di persone, e se dovesse perdere la possibilità di fare le liste non so se quei sondaggi sarebbero uguali perché questi sondaggi sono così adesso che il segretario ha il potere di fare le liste e quindi tiene insieme tutte le infinite correnti del Pd», ha continuato Emiliano parlando dei sondaggi che danno in testa Renzi in eventuali primarie del Pd. «Se non ci fossero le elezioni immediate e Renzi non potesse utilizzare questo argomento molto convincente per tenere insieme tutta la squadra - ha detto - le cose sarebbero diverse».
«Quello di magistrato è il mio lavoro, e non mi dimetterò mai. Non c'è nessuna incompatibilità e proseguirò ad essere un magistrato. Quel lavoro è la mia libertà, mi consente di non pietire un seggio, è il lavoro a cui tornerò quando sarò stanco di fare politica», ha poi precisato Emiliano spiegando perché non si è dimessa dalla magistratura.
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Il Messaggero