«L'appello all'unità del partito senza volontà di ascolto reale, usando espressioni e toni verso un ex Presidente del Consiglio che un Capo del governo...
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«Unioni civili e l'aiuto alle famiglie con disabili sono buone cose fatte da questo governo e da applaudire. Come la lotta contro l'Europa dei vincoli o la gestione dei migranti. Sono scelte che ho condiviso e votato. Ma i mesi alle spalle hanno anche detto che una parte del Paese oggi è delusa da un governo che non ha risposto alla loro fiducia. Quel popolo non è un nemico del Pd. Con quel popolo il Pd dovrebbe tornare a parlare e lo si fa con una svolta anche di toni e priorità che metta al centro la lotta alle diseguaglianze. Su questo avrei voluto ascoltare da Catania parole forti», sottolinea Cuperlo. «Non la polemica - prosegue - nel nome della fine della polemica. Quanto al modo di elezione dei senatori, all'allarme di tanti per un equilibrio incerto dei poteri, a un'altra legge elettorale consigliata da molti non basta dirsi pronti a discutere. Serve che il Pd e il suo leader assumano una iniziativa pubblica e chiara che almeno oggi purtroppo non si è sentita», conclude.
«Allo stato delle cose il mio voto al referendum è no». Lo afferma Roberto Speranza, della minoranza Pd, interpellato dopo aver ascoltato Renzi a Catania. «Se dovessero arrivare fatti concreti nelle prossime ore capaci di cambiare l'equilibrio riforma costituzionale-legge elettorale sarò ben contento di valutarle. Ma ad oggi questa è la mia posizione. Mi sarei aspettato qui a Catania maggiore coraggio e soprattutto un tentativo vero di abbassare i toni della polemica. Purtroppo così non è stato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero