«Lasciamo fuori lo scontro sul segretario o il vicesegretario, oppure il Pd è finito». È uno dei passaggi più applauditi dell'intervento di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Se prosegue questa autoflagellazione continua le prossime elezioni rischiano di essere una scelta tra M5S e Lega. E ciò sarebbe la fine del riformismo in Italia», ha sottolineato Calenda, «La disfatta è anche mia, non mi chiamo fuori. Ma se l'affrontiamo con onore e dignità può partire la risposta: quella che io chiamo la sfida di Dunkirk, ognuno dia una mano con la propria barchetta e cerchiamo di salvare il nostro esercito sulla spiaggia. Non ci sarà più nessuna persona decisiva: o la riscossa parte dagli iscritti o non ci sarà».
«Quella che scrivono Giavazzi e Alesina che bisogna "salvare il lavoro, non i posti di lavoro" è una fesseria mondiale», ha affermato quindi il ministro, «Agli operai di Embraco non si può dire di andare in Slovacchia: lo so anch'io che c'è l'innovazione tecnologica ma bisogna difendere il lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero