Attendono troppo il medico e i pazienti sbottano: «Tutta colpa di un negro»

Attendono troppo il medico e i pazienti sbottano: «Tutta colpa di un negro»
«Ben quattro persone, accompagnatori di miei pazienti, si sono lamentate di dover attendere per "colpa di un negro"». Lo scrive un medico sardo, Maria...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ben quattro persone, accompagnatori di miei pazienti, si sono lamentate di dover attendere per "colpa di un negro"». Lo scrive un medico sardo, Maria Cristina Deidda su Facebook. I fatti avvengono in un ambulatorio a Cagliari dove i pazienti sono in fila per ricevere la terapia per le cure palliative. L'attesa si prolunga perché la dottoressa si è allontanata per una consulenza specialistica «ad un paziente di origine senegalese». A quel punto qualcuno di spazientisce e vengono fuori commenti dal sapore razzista.





«Chiedo scusa, a nome dei concittadini sconosciuti ma intolleranti nei riguardi del paziente. Mi vergogno profondamente». Lo scrive su Facebook Maria Cristina Deidda, la dottoressa, medico specialista in oncologia e cure palliative all'ospedale San Giovanni di Dio, dell'azienda Ospedaliero universitaria di Cagliari, che ha denunciato pubblicamente il commento dal sapore razzista di alcuni accompagnatori di pazienti nel suo ambulatorio per un'attesa prolungata a causa di una consulenza specialistica fatta ad una persona di origine senegalese. «Tutti i nostri pazienti, e sottolineo, indistintamente tutti, sono amorevolmente trattati e supportati, poiché questo comportamento nelle cure palliative è indispensabile - aggiunge - pur sentendo in tutta Italia di comportamenti intolleranti e discriminanti, mi ero illusa che nel nostro ambulatorio, proprio a causa della delicatezza delle patologie trattate, l'animo umano fosse più compassionevole verso l'altrui persona». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero