Kazakistan, partorisce in una latrina e fugge: la neonata si salva piangendo nella fognatura

È stata abbandonata in una latrina tra escrementi e immondizia. Nuda, con appena un filo di voce per aggrapparsi alla vita: una neonata partorita in un bagno pubblico di...

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È stata abbandonata in una latrina tra escrementi e immondizia. Nuda, con appena un filo di voce per aggrapparsi alla vita: una neonata partorita in un bagno pubblico di un'autostrada vicino ad Almaty, in Kazakistan, è stata lasciata in un buco nel pavimento. Si è salvata per un soffio solo perché un passante si è accorto di qualcosa che si muoveva tra gli escrementi e i cumuli di spazzatura.

 


Il 3 gennaio un uomo di Tazar ha chiamato la polizia per segnalare la presenza di un neonato abbandonato in una latrina: quando gli agenti sono giunti sul posto la piccola si muoveva a malapena, era intirizzita dal freddo e mostrava i primi segni di ipotermia. La madre l'aveva partorita in quel buco nel pavimento, aveva tagliato il cordone ombelicale ed era fuggita, abbandonandola a una morte certa. Ma la piccolina non si è arresa e si fatta sentire, richiamando l'attenzione di quel passante che, in attesa degli agenti, l'ha filmata mentre giaceva su quel tappetto di escrementi e spazzatura.

Come ha raccontato Tengrinews, la bambina è stata salvata ed è stata consegnata nelle mani dei medici che l'hanno immediatamente portata al Central District Hospital, dove è stata ricoverata: i dottori le hanno riscontrato un principio di congelamento e la polmonite. Le sue condizioni rimangono stabili.
«Quando la bambina è giunta in ospedale aveva una temperatura di 35 gradi – ha detto un portavoce del Dipartimento degli affari interni - Ora la condizione si è stabilizzata ed è in pieno recupero. Pesa 3 chili e 600 grammi e non le è ancora stato dato un nome. Le persone che hanno sentito la sua storia hanno portato pannolini e vestiti e l'ospedale le garantirà tutta l'assistenza sanitaria necessaria».


Adesso la polizia è a caccia della madre e ha lanciato un appello per trovare possibili testimoni: «Stiamo visionando gli elenchi delle donne incinte nella zona di Turar Ryskulov Baizak e Merke che avrebbero dovuto partorire tra dicembre 2015 e gennaio 2016 – ha detto un portavoce della polizia – Trovarla sarà comunque un compito arduo perché quella strada è molto frequentata da persone che arrivano anche da altri Paesi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero