Partorisce e le arriva un conto da capogiro: costretta a pagare un milione di dollari

Partorisce e le arriva un conto da capogiro: costretta a pagare un milione di dollari
Una donna canadese è al bivio: fare causa alla propria compagnia di assicurazione medica o dichiarare bancarotta dopo aver ricevuto un conto da un milione di dollari dalla...

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Una donna canadese è al bivio: fare causa alla propria compagnia di assicurazione medica o dichiarare bancarotta dopo aver ricevuto un conto da un milione di dollari dalla clinica americana in cui ha partorito la figlia. Nel novembre 2013, durante una vacanza alle Hawaii, Jennifer Huculak-Kimmel dette alla luce la bimba con nove settimane d'anticipo rispetto alla data prevista.




«Mi si sono rotte le acque dopo due giorni che ero in vacanza - ha detto la donna alla CBC - Dopo il parto cesareo ho passato sei settimane in clinica a letto, mentre la piccola Reece è stata dimessa dalla terapia intensiva il 10 dicembre».



Huculak-Kimmel ha raccontato che la famiglia aveva cercato in tutti i modi di ottenere un volo di emergenza per tornare in Canada, ma senza risultato. «Abbiamo provato tutte le strade per cercare di ottenere un aereo ambulanza - ha detto - Ma una compagnia non volle farmi volare, viste le mie condizioni, mentre un'altra mi avrebbe fatto volare solo con un team medico a bordo, ma comunque mi aveva raccomandato di non viaggiare».



Alla fine della storia lo choc: un conto da 950mila dollari da pagare e l'assicurazione medica della famiglia, la Blue Cross, che si rifiutava di rimborsare la spesa.



La società ha infatti scritto a Jennifer: «Non siamo in grado di fornire la copertura per le spese mediche sostenute per il bambino della signora Huculak. Il rimborso è stato negato sulla base del fatto che l'emergenza è esclusa dalla copertura ai sensi delle sue condizioni contrattuali, inoltre la permanenza in ospedale della sua bambina non rientra tra le spese che si posso coprire. Inoltre, si ricorda che per la signora la polizza viaggiatori è scaduta il 9 novembre 2013».



Jennifer ha raccontato di aver incontrato il proprio medico e la Blue Cross, prima delle vacanze, e di essere stata dichiarata in grado di viaggiare. «Blue Cross – ha raccontato - dice che non coprirà le spese della gravidanza perché al quarto mese ho avuto un'infezione alla vescica che ha provocato un'emorragia. Pensavamo di aver fatto tutto bene e di aver calcolato tutto, pensavamo di essere coperti e di poter partire tranquilli». Talmente tranquilli che ora la famiglia dovrà decidere se dare battaglia o rimanere sul lastrico.

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Il Messaggero