Melania Rea, il giudice: «Indizi gravi e attendibili contro Parolisi». Lui ricorre in Cassazione

Melania Rea, il giudice: «Indizi gravi e attendibili contro Parolisi». Lui ricorre in Cassazione
Arrivano le motivazioni dell'appello. Contro Salvatore Parolisi sono gravi e consistenti, cioè resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili econvincenti». È un passaggio...

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Arrivano le motivazioni dell'appello. Contro Salvatore Parolisi sono gravi e consistenti, cioè resistenti alle obiezioni, e quindi attendibili econvincenti». È un passaggio delle motivazioni della Corte d'Assise d'Appello dell'Aquilasulla sentenza di condanna di secondo grado a 30 anni nei confronti di Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie Melania Rea. «Nel caso in esame - spiega la Corte - la regola di giudizio va necessariamente posta in relazione con l'indubbio carattere indiziario del compendio probatorio raccolto nel giudizio di primo grado» Nelle motivazioni, riferendosi ancora agli indizi, si rileva che «precisi sono quelli non generici e non suscettibili di diversa interpretazione altrettanto o più verosimile e, perciò non equivoci; concordanti sono quelli che non contrastano tra loro e più ancora con altri dati o elementi certi».




RICORSO IN CASSAZIONE «Non siamo ancora in possesso delle motivazioni depositate dalla Corte d'assise d'Appello e le commenteremo solo dopo averle lette attentamente». Commenta così con Adnkronos l'avvocato Walter Biscotti, che insieme al collega Nicodemo Gentile difende il caporalmaggiore dell'esercito Salvatore Parolisi, il deposito delle motivazioni della sentenza con cuiParolisi è stato condannato a 30 anni in secondo grado. I legali hanno comunque annunciato che, nei termini di legge, procederanno al ricorso in Cassazione. «Non c'è dubbio sul fatto che faremo ricorso», hanno aggiunto.



MOTIVAZIONI DEPOSITATE Sono state depositate oggi le motivazioni della sentenza di condanna a 30 anni di reclusione emessa dalla Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila nei confronti di Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie Melania Rea. La donna venne uccisa con 35 coltellate il 18 aprile 2011 nel bosco di Ripe di Civitella. In primo grado Parolisi era stato condannato all'ergastolo.



Un risalto mediatico che potrebbe «avere inevitabilmente influito sulla genuinità dei ricordi delle persone informate sui fatti», ricordi «inconsapevolmente contaminati dalle notizie e dalle immagini ripetutamente diffuse dai mass media». A sostenerlo è la Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila nelle motivazioni della sentenza di condanna di secondo grado a 30 anni nei confronti di Salvatore Parolisi per l'omicidio della moglie Melania Rea. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero