Parma, violentò una paziente sotto ipnosi: medico condannato fugge in Libano

Parma, violentò una paziente sotto ipnosi: medico condannato fugge in Libano
Medico ipnotista fugge in Libano per evitare una condanna per violenza sessuale che risale a più di dieci anni fa: tre anni e quattro mesi per abusi commessi durante una seduta...

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Medico ipnotista fugge in Libano per evitare una condanna per violenza sessuale che risale a più di dieci anni fa: tre anni e quattro mesi per abusi commessi durante una seduta di ipnosi.




Era un medico molto noto a Parma Imad Karam, 64 anni, di origini libanesi ma parmigiano d’adozione. Nella città emiliana si era laureato in medicina trentadue anni fa e si era specializzato in psicoterapia e ipnosi. Partecipava a importanti convegni internazionali, per anni è stato il segretario nazionale dell'Associazione Medica Italiana per lo Studio della Ipnosi e poi anche vicepresidente della Società Italiana di Ipnosi Clinica.



Cercava di dissipare le paure che crescono attorno a queste pratiche e sosteneva che anche se in preda a una trance profonda nessuno avrebbe potuto spingere l’ipnotico a compiere atti contro la volontà. Uno che ci credeva, insomma. Verso la fine degli anni novanta però le sue convinzioni gli si scatenano contro e approdano in tribunale. Una paziente che seguiva i trattamenti ipnotici di Karam lo denuncia per violenza sessuale.



In primo grado il medico viene assolto dalle accuse, poi l’appello ribalta l’esito e in seguito anche la Cassazione respinge il ricorso. Il risultato si profila nel 2011: condanna a tre anni e quattro mesi con rito abbreviato. A quel punto Karam che non ha mai scontato un giorno in carcere, va in pensione e si allontana dall’Italia finché lo scorso gennaio la Procura generale di Bologna ordina nuove indagini per trovare il medico latitante.



Ci riescono i carabinieri di Parma in collaborazione con l’Interpol di Beirut: Karam era tornato a casa, lo hanno fermato in un piccolo paesino. E’ stato interrogato e rilasciato su cauzione, come prevede la legge libanese. Estradizione oppure no: su di lui pende comunque quella condanna che ora potrebbe scontare nel suo paese d’origine. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero