Orly, ruba arma a soldatessa: ucciso. Nello zaino aveva benzina

Si chiamava Zyed Ben Belgacem, secondo informazioni di Le Parisien, l'attentatore che sabato all'aeroporto di Orly ha disarmato una soldatessa ed è poi stato...

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Si chiamava Zyed Ben Belgacem, secondo informazioni di Le Parisien, l'attentatore che sabato all'aeroporto di Orly ha disarmato una soldatessa ed è poi stato ucciso. Minacciando la soldatessa dell'operazione Sentinelle con una pistola alla tempia, l'assalitore di Orly ha gridato ai militari: «deponete le vostre armi, sono qui per morire per Allah, in ogni caso ci saranno dei morti»: è quanto ha riferito il procuratore di Parigi, Francois Molins, in conferenza stampa a Parigi. Belgacem aveva gridato «In nome di Allah» anche rubando l'auto a Vitry a una donna con la figlia e sparando colpi con la sua pistola. La tv BFM, confermando le notizie del Parisien sulla frase gridata da Zyed Ben Belgacem, ha aggiunto che - secondo sue fonti - l'uomo, prima di rubare l'auto a Vitry, ha per un breve lasso di tempo tenuto in ostaggio alcuni clienti nel bar dove era stato anche la sera prima. Durante questo breve periodo, Zyed avrebbe gridato frasi inneggianti ad Allah. 


L'assalitore di Orly ha usato la soldatessa come «scudo umano», puntandole una pistola a piombini alla tempia, ha detto il procuratore di Parigi, Francois Molins. La lotta con la militare dell'operazione Sentinelle, ha aggiunto, è stata lunga, «l'ha attacca da dietro», una lotta «molto violenta», di «due minuti» per «tentare di rubarle il fucile d'assalto Famas, che riesce infine a strapparle e a mettersi a tracolla». «Questo mostra in modo evidente la forte volontà dell'aggressore, estremamente violento, di andare fino in fondo», ha continuato. Molins ha infine confermato che l'assalitore ha «gettato a terra uno zaino con una tanica di benzina». All'interno sono stati trovati anche 350 euro, un accendino, un pacchetto di sigarette, e un Corano. Presso il suo domicilio sono stati ritrovati alcuni grammi di cocaina e due machete.


L'uomo era un delinquente comune che - oltre ai precedenti giudiziari per traffico di stupefacenti - era stato oggetto di «44 segnalazioni» al casellario giudiziale. Trentanove anni, Zied era stato in libertà condizionata per rapina a mano armata. Non era invece schedato come «S», i delinquenti a particolare rischio di radicalizzazione islamica. Nel 2015 era stato oggetto di una perquisizione per fatti di furto e ricettazione.
 

 

L'assalitore ha strappato l'arma a una donna militare ma è subito stato freddato prima di riuscire ad utilizzarla. Esclusa la presenza di eventuali ordigni o di altre minacce per la sicurezza. La polizia ha aperto un'indagine per terrorismo, come conferma la Procura di Parigi. 

L'uomo è stato ucciso mentre si dirigeva - con l'arma rubata - verso un McDonald's del Terminal Sud. Lo riferiscono testimoni citati da Le Monde. Secondo le ricostruzioni, a fare fuoco è stato un agente della polizia di frontiera. 

Evacuato totalmente l'aeroporto, i voli sono stati sospesi. «Quasi 3.000 persone sono state evacuate dal terminal sud di Orly, chi si trovava al terminal ovest è stato invece spostato in luoghi sicuri» all'interno dell'aeroporto o sugli aerei fermi sulla pista. Lo ha detto il portavoce del ministro dell'Interno, Pierre Henri-Brandet. Tutti i voli in arrivo a Orly sono stati dirottati all'aeroporto Charles de Gaulle, a nord di Parigi.

Un'ora e mezzo prima dell'aggressione di Orly, l'uomo ha aperto il fuoco durante un controllo contro una poliziotta a Stains, nella regione di Seine-Sain-Denis, alle porte di Parigi. L'agente è rimasta ferita alla testa. L'uomo è poi fuggito a bordo della sua Clio che è stata ritrovata abbandonata nella località di Vitry, con una maglietta imbrattata di sangue all'interno. Il fuggitivo ha quindi rubato una Citroen Picasso con la quale ha raggiunto Orly, dove la macchina è stata ritrovata, scrive le Parisien.


Il padre e il fratello dell'uomo ucciso sono stati fermati, come prevedono le procedure di rito, dai servizi antiterrorismo. 
Un'operazione è in corso a Garges-les-Gonesse, banlieue nord di Parigi, dove abitava Zied. Gli agenti dei reparti speciali sarebbero entrati nella casa dell'uomo. Il padre e il fratello, intanto, restano in stato di fermo per essere interrogati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero