Una marea umana «senza precedenti» è scesa silenziosamente, spontaneamente nella vie di Parigi e della Francia. Per dire no al terrore, all'integralismo,...
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Netanyahu e Abu Mazen compresi. Per loro applausi, dalla strada e dalle finestre. È stata una giornata indimenticabile che ha toccato corde profonde in chi c'era. Nessun gesto fuori posto, nessuna banalità. I familiari e i colleghi dei giornalisti trucidati a Charlie Hebdo mercoledì scorso sono stati idealmente abbracciati da milioni di presenti, l'abbraccio lunghissimo del presidente a Patrick Pelloux, collaboratore storico del periodico satirico che dalla redazione devastata ha telefonato per primo al presidente. L'immagine più storica, il leader palestinese e quello israeliano uniti, applauditi insieme, fianco a fianco. Quella più inattesa, la carezza di Angela Merkel a Hollande, all'arrivo della cancelliera all'Eliseo. I leader politici sono stati applauditi dalla gente alle finestre, per una volta non li ha accolti l'indifferenza e la contestazione. Applausi non scontati, ma voluti e convinti, per le forze dell'ordine duramente colpite dal terrore: anche per poliziotti e gendarmi non sarà facile dimenticare l'omaggio di oggi mentre passavano in fila, vestiti con le loro tute nere da assalto, in mezzo a due ali di folla, di ragazzi, studenti, gente qualunque che batteva le mani. Hollande, il presidente più impopolare della Quinta repubblica, è stato protagonista di questa giornata destinata a rimanere nella memoria di tutti. Ne aveva piena coscienza quando, prima di avviarsi a place de la Republique con i colleghi capi di governo europei e non solo che lo avevano raggiunto all'Eliseo, aveva riunito i suoi ministri per annunciare che oggi Parigi «è la capitale del mondo».
«Tutti i cittadini di Israele senza eccezione e tutti gli ebrei sono in piedi per sostenere la Francia e il suo popolo. Apprezzo la posizione ferma e determinata del presidente Hollande e del premier Valls contro le nuove forme di anti semitismo e contro il terrorismo». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlando questa sera nella Grande Sinagoga di Parigi. Oggi, ha aggiunto, «ero con voi per le strade di Parigi in prima linea con i leader di tutto il mondo per dire stop al terrorismo».
Voglio esprimere «tutta la mia ammirazione e il mio ringraziamento al cittadino musulmano, al poliziotto che è caduto nell'assolvimento del suo dovere», ha poi aggiunto il premier Netanyahu. «Abbiamo come nemico l'Islam radicale, quello estremista, non l'Islam normale», ha sottolineato e ha sostenuto: «al Qaida, Hamas, Hezbollah sono i stessi rami di uno stesso albero che dobbiamo sradicare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero