Parigi, i bistrot in via di estinzione: lo storico "Au Pied de Cochon" cede a crisi e terrorismo

PARIGI – Adesso bisognerà cambiare il menù. Non i piatti, che prevedono sempre la chacutérie de la mer o la famosa zuppa di cipolle, ma la piccola...

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PARIGI – Adesso bisognerà cambiare il menù. Non i piatti, che prevedono sempre la chacutérie de la mer o la famosa zuppa di cipolle, ma la piccola scritta in basso, quella che riporta un aneddoto che dura – anzi durava - dal 1947:  "Le porte del Pied de Cochon non hanno chiavi". Cose del passato. La famosa brasserie parigina nel cuore del quartiere delle Halles, che per 68 anni non ha mai chiuso, aperta sette giorni su sette, 24 ore su 24, ha ceduto: ormai resterà chiusa quattro notti a settimana, dal lunedì al giovedì. Colpa della crisi, ma anche del terrorismo. La direzione ha infatti spiegato la dolorosa decisione con un calo del 30 per cento della clientela – soprattutto straniera – dopo gli attentati del 13 novembre. Alla paura del terrorismo si aggiunge una generale crisi di brasserie e bistrot. Nel 1960 erano recensiti in Francia 600mila bistrots, oggi sono meno di 34mila.  La "trattoria" à la française, istituzione locale, a metà strada tra il caffè, il bar e l’osteria, ha subìto negli anni i contraccolpi dell’esodo rurale, del divieto di fumo e dell’aumento dei prezzi. Per salvare questo "monumento" del patrimonio francese, simbolo di convivialità preso di mira anche dai terroristi, i cittadini hanno cominciato a mobilitarsi. Alcune associazioni propongono sovvenzioni pubbliche per sostenere i piccoli bistrots dei comuni di campagna in via di estinzione, mentre un movimento più vasto promuove l’iniziativa "sauvons nos bistrots", salviamo i nostri bistrots, per incitare la gente a uscire di nuovo e incontrarsi, bere e discutere davanti al vecchio bancone di zinco. 
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Il Messaggero