Parigi, annuncio choc: «Cercasi grafico, possibilmente non ebreo». E' polemica

Parigi, annuncio choc: «Cercasi grafico, possibilmente non ebreo». E' polemica
«Cercasi grafico, possibilmente non ebreo». E’ un’offerta di lavoro comparsa su internet in una bacheca di annunci per grafici editoriali a Parigi. Le caratteristiche per...

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«Cercasi grafico, possibilmente non ebreo». E’ un’offerta di lavoro comparsa su internet in una bacheca di annunci per grafici editoriali a Parigi. Le caratteristiche per essere scelti non erano così introvabili: «motivati, rigorosi, organizzati, possibilmente non ebreo/a, padronanza della tecnica grafica, senso del lavoro e capacità di lavorare in squadra».




Chi era davanti al computer e ha adocchiato quell’annuncio ha dovuto leggerlo più volte per rendersi conto che era tutto vero. Il fatto di essere ebrei per poter lavorare era non solo presentato come una caratteristica messa in evidenza e assemblata a tutte le altre competenze. No, c’è anche quel “possibilmente” che da' la misura di un antisemitismo malcelato e ordinario. Come dire “se proprio non potete fare a meno di essere ebrei”. L’annuncio è stato fatto sparire in poco tempo, non appena si è scatenata la polemica.



Al sito Les InRock , il primo a lanciare la notizia, l’agenzia di lavoro NSL Studio che per conto del sito di grafica ha postato l’annuncio ha spiegato che era una richiesta volontaria per «non avere problemi di orari sul lavoro originati da cultura o religione». Sul sito di graphic-jobs.com oggi campeggia un lungo messaggio di scuse: «Condanniamo fermamente la natura del contenuto pubblicato dall’agenzia NSL Studio. Abbiamo un equipe di moderatori che ogni giorno leggono e approvano più di 300 annunci. Tra questi, 50 ogni giorno sono rifiutati. Sfortunatamente questo è sfuggito ai controlli, ma è rimasto online solo 35 minuti prima di essere cancellato. Porgiamo le nostre sentite scuse. Abbiamo dato mandato ai nostri legali di studiare gli sviluppi giudiziari».



Anche NSL Studio si è scusata, accampando però un’altra giustificazione diversa dalla prima. Sull’account Twitter si legge: «Buongiorno, il nostro annuncio è stato hackerato, non posteremmo mai questo genere di messaggi discriminatori. Fate girare, grazie. Quel post non era stato discusso ed è stato pubblicato anche su altri due siti senza alcun riferimento al fatto di essere ebrei. Ascolteremo la persona che si è resa responsabile dell’annuncio», dirà poi Raphaël Routier, direttore artistico di NSL Studio, che ha annunciato l’avvio di un’indagine interna e di aver depositato una formale denuncia in Procura. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero